Cinema: “Dogman” fuori dalla corsa per l’Oscar. Giraldi (Cnvf), “film di peso ma forse lontano dall’immaginario dell’Academy”

martedì 18 Dicembre 2018
Un articolo di: Sir-Cnvf

“Dogman” di Matteo Garrone è ufficialmente escluso dalla corsa per gli Academy Awards 2019, la 91ª edizione dei Premi Oscar. Sono state infatti rese note le short list di alcune categorie dei premi dell’industria del cinema hollywoodiano, in particolare i 9 film che concorrono per il miglior film straniero. Il 22 gennaio, con le nomination definitive, si conosceranno i 6 finalisti. Quello che è certo è che l’Italia anche quest’anno rimarrà fuori.
“Solo pochi giorni fa”, commenta al Sir Massimo Giraldi, presidente della Commissione nazionale valutazione film della Cei, “abbiamo esultato per la vittoria di Marcello Fonte come miglior attore per ‘Dogman’ alla 31ª edizione degli European Film Awards. Ora arriva la doccia fredda dall’Academy, perché si pensava che un film così intenso e visivamente potente potesse fare breccia nell’immaginario statunitense”.
Rilancia poi Giraldi: “Nuovamente ci dobbiamo chiedere se siamo capaci, come industria, di intercettare un pubblico internazionale ampio e trasversale. Certo, l’ultima vittoria risale al 2014 con ‘La grande bellezza’ di Sorrentino, opera che conteneva forse più rimandi alla tradizione del nostro cinema. Spiace per Garrone, che aveva raccolto ottimi riscontri all’ultimo Festival di Cannes”.
I nove titoli selezionati dall’Academy sono: “Roma” di Alfonso Cuarón (Messico), forte della vittoria alla 75ª Mostra del Cinema di Venezia; “Cold War” di Paweł Pawlikowski (Polonia), fresco vincitore di 5 Premi Efa, nonché già Premio Oscar per “Ida” nel 2015; la 71ª Palma d’oro al Festival di Cannes “Un affare di famiglia” Hirokazu Kore’eda (Giappone); “Cafarnao” di Nadine Labaki (Libano), Premio della Giuria sempre a Cannes 2018. Ancora: “Opera senza autore” di Florian Henckel von Donnersmarck (Germania), in concorso a Venezia 75; “The Guilty” di Gustav Möller (Danimarca), passato al Sundance Film Festival; “Birds of Passage” di Cristina Gallego and Ciro Guerra (Colombia); “Ayka” di Sergey Dvortsevoy (Kazakistan), in concorso sempre a Cannes; e “Burning” di Lee Chang-dong (Corea del Sud), anche questo visto sulla Croisette nel 2018.

Articolo originale pubblicato su Agenzia SIR


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