Dentro la Tv: Su RaiPlay le 3 stagioni di “Tutto può succedere” adattamento dell’americana “Parenthood”

lunedì 3 Agosto 2020
Un articolo di: Sergio Perugini

La voce dei Negramaro. “Finché sei qui, tutto può succedere…”. Così canta Giuliano Sangiorgi dei Negramaro sulle note di Paolo Buonvino. Parliamo della sigla di una delle serie Rai più belle degli ultimi anni, “Tutto può succedere”, tre stagioni prodotte da Cattleya e Rai Fiction per la regia di Lucio Pellegrini. “Tutto può succedere” (2015-2018) è il fortunato adattamento della serie statunitense Nbc “Parenthood” che tra gli ideatori vede anche il regista hollywoodiano Ron Howard. È la storia di una famiglia chiamata a confrontarsi con le sfide della vita oggi, in tutte le sue sfumature e linee generazionali; un racconto corale, luminoso e coinvolgente, dove la famiglia ne esce come solido ancoraggio nella tempesta e centro di senso nell’esistenza di una persona. Un cast di attori di notevole talento, poi, rende il prodotto speciale: Licia Maglietta, Giorgio Colangeli, Maya Sansa, Pietro Sermonti, Alessandro Tiberi, Ana Caterina Morariu, Matilda De Angelis e Benedetta Porcaroli. Una bella proposta, quindi, da riscoprire durante l’estate sulla piattaforma RaiPlay.

Casa Ferraro. Siamo a Fiumicino, a poca distanza da Roma. Lì vivono i Ferraro. Ci sono i due capofamiglia, Emma ed Ettore, genitori-nonni presenti nelle vite dei quattro figli adulti e delle loro famiglie, Alessandro, Sara, Giulia e Carlo. Attraverso lo sguardo, poi, dei più giovani di casa, tanto Ambra e Denis, i figli di Sara, quanto Federica e Max, i figli di Alessandro, vengono squadernate anche le sfide dell’adolescenza, il ruolo scuola, il percorso di crescita e i primi passi nel mondo adulto.

Pros&Cons. All’inizio qualche perplessità si poteva avere sull’idea di un adattamento della serie “Parenthood”, rimodulando personaggi e situazioni sullo sfondo del nostro Paese. E forse, a ben vedere, la prima stagione non è la migliore delle tre di “Tutto può succedere”. Nel complesso, però, la serie tv si rivela un prodotto di grande qualità per scrittura, regia e livello interpretativo. La cosa che convince maggiormente è la linea di racconto della famiglia, mostrata nelle diverse angolature: rapporto genitori-figli, nonni-nipoti, legame tra fratelli, tra coniugi oppure fidanzati. Il ritratto della vita di una grande famiglia, chiamata a confrontarsi ogni giorno con piccoli o grandi problemi come le tasse da pagare, il lavoro che non sempre soddisfa o che all’improvviso viene a mancare, la paura del tradimento, le ansie per il futuro dei figli, la scoperta della disabilità di un figlio. Questo piace di “Tutto può succedere”, una narrazione che coniuga momenti allegri, spensierati, con pagine più complesse o sofferte; un storia che sa di vita, quella vera, lontana dagli stereotipi e dalle facili soluzioni adottate a volte tra cinema e Tv. La famiglia Ferraro non è perfetta, non è da cartolina, anzi, ma nonostante i vari inciampi o deragliamenti sa ritrovarsi, sa rimanere famiglia. Uno spazio abitato da dialogo, confronto, supporto e perdono.

Articolo disponibile anche su Agenzia SIR

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