Orig.: Stati Uniti (2011) - Sogg. e scenegg.: Will Reiser - Fotogr.(Panoramica/a colori): Terry Stacey - Mus.: Michael Giacchino - Montagg.: Zene Baker - Dur.: 100' - Produz.: Evan Goldberg, Ben Karlin, Seth Rogern.
Interpreti e ruoli
Joseph Gordon Lewitt (Adam), Seth Rogen (Kyle), Anna Kendrick (Katherine), Bryce Dallas Howard (Rachael), Anjelica Huston (Diane), Serge Houde . (Richard), Andrew Airlie (dott. Ross), Philip Baker Hall (Alan), Matt Frewer (Mitch), Donna Yamamoto (dott.sa Walderson), Sugar Lyn Beard (Susan), Sarah Smyth (Jenny), Jessica Parker Kennedy (Jackie), Laura Betram . (Claire)
Soggetto
La vita tranquilla del 27enne Adam, fidanzato con Rachael e amico dell'estroverso Kyle, cambia all'improvviso quando il dottore lo informa che ha un cancro e per lui si prospetta una cura tutt'altro che semplice. Solo dopo qualche giorno Adam riesce a dirlo alla mamma (il padre ha un principio di Alzheimer), mentre Rachael, dove aver detto di volergli restare accanto, viene scoperta da Kyle con un altro uomo e va via di casa. Adam ha bisogno di capire come affrontare la situazione: Kyle fa in modo che tutto prosegua come sempre, all'insegna di birra, donne, discoteca e locali notturni; la mamma e il dottore lo mettono di fronte agli scenari futuri. Quando la chemio si rivela inutile, bisogna passare all'operazione. In ospedale Adam affronta l'intervento, al termine del quale la chirurga comunica che tutto è andato bene e la malattia è vinta. Accanto a lui in questo bel momento ci sono la mamma, Kyle e Katherine, una giovane terapista che forse potrà prendere il posto di Rachael.
Valutazione Pastorale
Argomento ostico al cinema, quello del cancro, sempre a rischio di soluzioni fuori misura. Qui la scelta del titolo non si riferisce solo alle possibilità di vita/morte, ma anche, sotto il profilo narrativo, alla scelta di mettere a fianco di Adam, persona riservata, tranquilla e composta, il suo esatto contrario, ossia Kyle, sboccato, caciarone, intrattabile,e però, in una parola, amico vero, uno sempre presente che tiene in casa di nascosto un libro manuale su cosa fare di fonte alla malattia. La quotidianità del dolore diventa così la cronaca minuta, un po' grigia ma molto vera di alti e bassi, di momenti di conforto, di gesti di disperazione alternati a voglia di reagire. Il finale positivo non è posticcio ma segnale di una possibile vittoria della vita alla quale è giusto credere fino in fondo, confidando negli affetti, nei sentimenti, nella medicina. L'approccio è sereno e realistico, asciutto e sincero, per un film che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile e certamente problematico.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in occasioni successive per avviare riflessioni sull'argomento principale, da verificare anche in contesti sociali e culturali differenti. Qualche attenzione per minori e piccoli é da tenere in vista di passaggi televiisvi o di uso di dvd e di altri supporti tecnici.