50 SFUMATURE DI GRIGIO

Valutazione
Futile, scabroso
Tematica
Famiglia - genitori figli, Letteratura, Potere, Sessualità
Genere
Drammatico
Regia
Sam Taylor Johnson
Durata
125'
Anno di uscita
2015
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
Fifty Shades of Grey
Distribuzione
Universal Pictures International Italia
Soggetto e Sceneggiatura
Kelly Marcel, Patrick Marber, Mark Komback tratto dal romanzo omonimo scritto da E.L. James (psedonimo di Erika Leonard, pubblicato nel 2011
Musiche
Danny Elfman
Montaggio
Susan Littenberg, Sabrina Plisco

Orig.: Stati Uniti (2014) - Sogg.: tratto dal romanzo omonimo scritto da E.L. James (psedonimo di Erika Leonard, pubblicato nel 2011 - Scenegg.: Kelly Marcel, Patrick Marber, Mark Komback - Fotogr.(Scope/a colori): Seamus McGarvey - Mus.: Danny Elfman - Montagg.: Susan Littenberg, Sabrina Plisco - Dur.: 125' - Produz.: E.L. James, Michael De Luca, Dana Brunetti - VIETATO AI MINORI DI 14 ANNI.

Interpreti e ruoli

Dakota Johnson (Anastasia Steele), Jamie Dornan (Christian Grey), Jennifer Ehle (Carla), Eloise Mumford (Kate Kavanach), Viktor Rasuk (José Rodriguez), Luke Grimes . (Elliot Grey), Marcia Gay Harden (sig.ra Gay), Rita Ora ( mamma di Christian), Max Martini (Mia Grey), Callum Keith Rennie (Taylor), Rachel Skarsten (Ray Steele), Emily Fonda . (Andrea)

Soggetto

Anastasia Steel, 23enne studentessa di letteratura inglese vicina alla laurea, accetta di sostituire l'amica e coinquilina influenzata Carla e va ad intervistare Christian Grey, giovane e ricco amministratore delegato della Grey Enterprises Holding. Durante l'intervista, tra i due scatta il classico colpo di fulmine, ma subito Christian tiene a chiarire la situazione: lui ha una personalità domimante e lei dovrà accettare (c'è un contratto da leggere e firmare) di sottoporsi anche ad atti di sadismo. A questo rapporto incentrato sui ruoli di dominatore e sottomessa, Anastasia aderisce all'apparenza convinta. Poi qualche perplessità si fa largo, lei viene a sapere che questa attrazione per il piacere/dolore (e viceversa) deriva anche dall'essere lui figlio adottivo di un donna drogata. Ma questo non basterebbe, se a un certo punto lei non lo inchiodasse con la domanda sul perchè lui é contento di vederla soffrire. Nel passo successivo, Anastasia dice di volerlo lasciare perchè innamorata di lui. Christian vorrebbe andare sulla stessa rotta ma non è in grado. Sulla porta dell'ascensore i due si scambiano l'ultimo saluto...

Valutazione Pastorale

I nomi dei due giovani vengono pronunciati alla fine l'uno contro l'altro con un tono quasi di rimpianto, di rammarico, di nostalgia per qualcosa che forse non arriverà. Sembra quasi un finale in controtendenza, un cambiamento di rotta rispetto ad uno svolgimento fino a quel momento stanco, afono, di imprevedibile inerzia. Poi viene a mente che non si tratta della fine del film ma solo del primo dei tre volumi che costituiscono il corpus inventato da E.L. James e venduto in tutto il mondo in oltre cento milioni di copie. Ma se il primo è questo, e si traduce in un incipit così smunto, fragile, loffio, soprattutto privo di azioni, sveltezze, passaggi contrastanti, cosa mai potrà succedere nei prossimi due appuntamenti? Per molti l'attesa é (solo) nella descrizione dei passaggi erotici con varianti sadomaso (la stanza delle torture...). Questo dovrebbe garantire pruriginosa curiosità, pubblico numeroso e incassi elevati. Diciamo, per evitare equivoci, che tutta questa parte è da condannare come superflua e inutile, e tuttavia, nell'ottica di una denuncia di certi vizi contemporanei, di certi eccessi legati al disamore, al relativismo, ad un uso distorto della ricchezza, avrebbe potuto fornire spunto per qualche problematicità. Ma qui tutto procede verso un guazzabuglio narrativo senza capo nè coda. Psicologie dei protagonisti abborracciate, ritratto dei comprimari di insostenibile fragilità, approccio su spazi e luoghi vuoto e scarnificato. Difficile trovare qualcosa da salvare in una sceneggiatura piatta nei dialoghi e nelle dinamiche ripetitive di una regia dal respiro fin troppo corto. Non si tratta di privilegiare la forma al contenuto. E' che se si vogliono veicolare certi argomenti in partenza non condivisibili, il tocco d'autore è quasi indispensabile. Altrimenti resta solo il lato commerciale: che, partendo come in questo caso da quasi mille schermi, troverà sbocchi per nuovi, possibili record al botteghino. Se questo è quasi certo, è altrettanto vero che, andandolo a vedere, non si rende un buon servizio alla cultura nè si contribuisce a distinguere il buono dal cattivo cinema. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come futile e nell'insieme scabroso.

Utilizzazione

In programmazione ordinaria, è preferibile non utilizzare il film, ben tenendo conto del divieto e di molta attenzione comunque da tenere per un pubblico meno predisposto nei confronti di tematiche forti, affidate a sequenze di scadente dialettica drammaturgica.

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