A TESTA ALTA

Valutazione
Complesso, Problematico, dibattiti
Tematica
Adolescenza, Carcere, Delinquenza minorile, Famiglia - genitori figli, Giustizia
Genere
Drammatico
Regia
Emmanuelle Bercot
Durata
119'
Anno di uscita
2015
Nazionalità
Francia
Titolo Originale
La tete haute
Distribuzione
Officine UBU
Musiche
autori vari
Montaggio
Julien Leloup

Orig.: Francia (2015) - Sogg. e scenegg.: Emmanuelle Bercot, Marcia Romano - Fotogr.(Panoramica/a colori): Guillaume Schiffman - Mus.: autori vari - Montagg.: Julien Leloup - Dur.: 119' - Produz.: Les Films du Kiosque in coproduzione con France 2 Cinema, Wild Bunch, Rhone Alpes Cinema, Pictanovo.

Interpreti e ruoli

Catherine Deneuve (giudice Florence Blaque), Rod Paradot (Malony), Benoit Magimel (Yann), Sara Forestier (Severine), Diane Rouxel (Tess), Elizabeth Mazev (Claudine), Anne Suarez (direttrice di JDC), Christophe Meynet (Robin), Lucie Parchemal . (impiegata)

Soggetto

A Dunkerque il giovane Malony entra ed esce dal tribunale dei minori da quando aveva sei anni. Le persone che lo vedono con maggiore frequenza sono Florence, un giudice minorile vicino alla pensione, e Yann, un assistente sociale a sua volta reduce da un'infanzia molto difficile...

Valutazione Pastorale

L'incontro tra l'adolescenza e la società dei 'grandi' è da sempre territorio di aspri e insanabili conflitti. Francois Truffaut lo ha visitato più volte, al punto da farvi nascere un personaggio (Antoine Duanel), colto nella ribellione da piccolo e seguito fino alla maggiore età. Il regista francese ha poi osservato il mondo infantile anche in altre occasioni, quali "Il ragazzo selvaggio", 1969 e "Gli anni in tasca", 1976. In questa galleria entra ora Malony, con tutto il carico di violenza, di sfrontatezza, di odio maturati nei decenni nel frattempo trascorsi. Verrebbe da dire che i ruoli si sono invertiti, e ora quello più difficile è dalla parte del potere costituito, è nella pazienza e nella misura di Florence, giudice esperto che crede nel rispetto delle regole e nella possibilità di far affermare la libera scelta. Poi la soluzione viene fuori di fronte ad un evento imprevisto (la nascita di un figlio) ma tale da aprire orizzonti di speranza e di rinnovata voglia di costruire un futuro. Un po' furbetto, un po' costruito, il film fotografa con esattezza l'instabilità di una società combattuta tra legalità e sovversione. E indica nella responsabilità la via d'uscita da una inutile indipendenza. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibatti.

Utilizzazione

Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e, meglio, in occasioni mirate, come avvio alla riflessione sul tema centrale dell'infanzia difficile, sul ruolo della giustizia, della mamma e della famiglia da costruire.

Le altre valutazioni

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