ABISSINIA

Valutazione
Discutibile, Crudo
Tematica
Giovani, Lavoro
Genere
Drammatico
Regia
Francesco Martinotti
Durata
91'
Anno di uscita
1993
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
ABISSINIA
Distribuzione
Istituto Luce, Italnoleggio Cinematografico
Soggetto e Sceneggiatura
Fulvio Ottaviano, Francesco Martinotti da una storia di Michele Corsi
Musiche
Fiorenzo Carpi
Montaggio
Annalisa Forgione

Sogg.: da una storia di Michele Corsi - Scenegg.: Fulvio Ottaviano, Francesco Martinotti - Fotogr.: (normale/a colori) Mauro Marchetti - Mus.: Fiorenzo Carpi - Montagg.: Annalisa Forgione - Dur.: 91' - Produz.: Laurentina Guidotti

Interpreti e ruoli

Enrico Salimbeni (Antonio), Mario Adorf (Enzo Pagnini), Grazyna Szapolowska (Francesca), Milena Vukotich (Aimida), Luca Zingaretti (Marco), Paki Valente (Renato Santalmassi), Daniela Pisano (Silvia), Elena Cantarone, Cristina Pellegrino, Vincenzo Failla

Soggetto

non lontano da Riccione in una landa tanto desolata da essere chiamata Abissinia, sorge in riva al mare un fatiscente edificio, quello del ristorante "Il Titano". È qui che una mattina il proprietario, l'anziano e taciturno Enzo Pagnini porta un giovane (Antonio) che ha raccolto contuso il quale, facendo il cameriere in un ristorante della non lontana città, è stato licenziato in tronco senza le dovute spettanze, per cui ha derubato il gestore e poi, in fuga, si è ritrovato non lungi dalla spiaggia, dopo essere stato malmenato da due scherani, messi alle sue calcagna. Pagnini sembra un brav'uomo: Antonio si vede offrire tre milioni al mese come cameriere, ma avverte subito la stranezza del luogo. Malgrado i molti tavoli, da apparecchiare con ogni cura, il copioso menù, la cuoca Armida, Marco il lavapiatti e Silvia (la nipotina del proprietario installata al bar), l'atmosfera e la totale assenza di clienti sono da incubo. Improvvisamente arriva Francesca –la bionda moglie di Pagnini ed ex cantantee con lei Renato Santalmassi, ex bagnino strafottente e sbruffone (che è l'amante di lei). Stranamente il proprietario sembra tollerare tutto, compreso il fatto che il suo socio, dopo averlo a suo tempo tirato fuori dai guai, gli abbia portato via la moglie. Ma Pagnini ha un suo piano da portare a compimento. Prima rimanda a casa la nipote; poi fa tanto da indurre Armida a dimettersi fra urla e lacrime; indi provoca l'allontanamento di Marco; infine si fa aiutare da Antonio per un grande pranzo a base di pesce, dato che i due amanti hanno deciso di partire per il Canada. Subito dopo l'ex bagnino fa una nuotata e muore per una congestione (la versione di Pagnini appare verosimile alla polizia). Quanto a Francesca che nei giorni trascorsi aveva sedotto il cameriere viene una notte assassinata brutalmente da Enzo. Scoperto il cadavere, Antonio viene ferito da Pagnini il quale, simulando di essere stato ucciso da ignoti ed essendo invece vivissimo, dà alle fiamme il ristorante, cospargendo di benzina anche il giovane. Ormai morto, Antonio chiuso in una bara, attraversa Riccione sull'automobile di Marco venuto a prendere il collega prima di partire per Cinisello e là seppellirlo.

Valutazione Pastorale

faccenda drammatica, calata in un'atmosfera intenzionalmente deprimente. Intenzionale anche il sito della costa adriatica, ben a contrasto con quello tumultuoso della Riccione solare e godereccia. I personaggi sono squallidi, compresa la vittima venticinquenne, quel povero Antonio, che i suoi peccati ha anche lui, tuttavia intrappolato in un gioco pericoloso, rivelatosi mortale. Sembra che il regista Francesco Martinotti abbia voluto inserire una allusione alla triste situazione di giovani precariamente ingaggiati come lavoranti durante la stagione estiva. I silenzi ed i rancori dello strano Pagnini e le sue mire delittuose portano alla morte e alla menzogna. Il film che non convince molto a dire il vero (perfino in certi dettagli di comportamento) è discutibile, non certo per qualche immagine di sesso (il regista è stato anzi moderato), ma per i contenuti della trama in sé per sé. Fra gli interpreti, valido Mario Adorf; del tutto anemica la recitazione di un Antonio sbigottito, più vivo nella voce fuori campo del cadavere, che sulla spiaggia o fra le tavole apparecchiate.

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