ADDIO TERRAFERMA

Valutazione
Accettabile, Problematico, dibattiti**
Tematica
Alcolismo, Amicizia, Famiglia - genitori figli, Lavoro, Libertà, Metafore del nostro tempo, Rapporto tra culture
Genere
Metafora
Regia
Otar Iosseliani
Durata
107'
Anno di uscita
1999
Nazionalità
Francia, Italia, Svizzera
Titolo Originale
Adieu,plancher des vaches!
Distribuzione
Istituto Luce
Musiche
Nicolas Zourabichvili
Montaggio
Otar Iosseliani,Ewa Lenkiewicz

Orig.: Italia/Francia/Svizzera (1999) - Sogg. e scenegg.: Otar Iosseliani - Fotogr.(Panoramica/a colori): William Lubtchansky - Mus.: Nicolas Zourabichvili - Montagg.: Otar Iosseliani,Ewa Lenkiewicz - Dur.: 107' - Produz.: Alia Film, Istituto Luce, Pierre Grise Productions, Carac Film.

Interpreti e ruoli

Nico Tarielashvili (Nicolas), Lily Lavina (il figlio), Philippe Bas (la madre), Stéphanie Hainque (Gastone), Mirabelle Kirkland ( il ragazzo con la moto), Amiran Amiranachvili (Paulette), Joachim Salinger (Valérie), Manu de Chauvigny ( la cameriera), Otar Iosseliani . (il barbone), (mendicante), (l'amante), (il padre)

Soggetto

Nicolas, vent'anni, primogenito di una ricca famiglia governata dalla madre, decisa donna d'affari,la mattina lascia la grande villa in periferia e passa le giornate nella vicina Parigi. In città, svincolato dall'ambiente d'origine, Nicolas fa vari mestieri: un giorno lavavetri, un altro lavapiatti, e tra un lavoretto e l'altro ama bere vino, al pari del padre, che a casa si trastulla tra bottiglie e trenini elettrici. Nell'arco della giornata, Nicolas intrattiene contatti con alcuni emarginati che vivono sul Lungosenna, con altri poveracci e con dei coetanei dediti a piccoli furti. Nicolas é attratto anche da alcune ragazze, con una che lavora in un bar riesce ad uscire, dice al padre di lei che vorrebbe sposarla ma poi la ragazza preferisce un altro. Intanto la madre conduce i suoi affari ad alto livello, rimprovera aspramente il marito che, al contrario, si dedica nel bosco al tiro al piattello. Un giorno Nicolas si lascia convincere a seguire la banda in un'avventura più rischiosa. Il furto non riesce, arriva subito la polizia e tutti sono condannati. Nicolas passa un periodo in prigione. Quando esce, fuori dal carcere trova una splendida macchina inviatagli dalla mamma. Nicolas fa un giro per il quartiere, trova tutto cambiato, non riconosce più nessuno e allora fa ritorno a casa, deciso, come primogenito, a prendere in mano le redini della situazione. Il padre, insieme al mendicante Pierre, é salito su una imbarcazione e sta lasciando la terraferma.

Valutazione Pastorale

Otar Iosseliani è nato nel 1934 a Tblisi, in Georgia, un tempo inserita nell'Unione Sovietica ed oggi repubblica indipendente. Nel proprio paese d'origine Iosseliani ha girato nel 1970 il film "C'era una volta un merlo canterino" che, arrivato al festival di Cannes e poi in Italia nel 1974, rivelò un autore dalla personalità forte e del tutto originale. Dal 1982 Iosseliani si é trasferito in Francia dove ha realizzato alcuni titoli ( tra cui"I favoriti della luna",1984; "Caccia alle farfalle",1992) nei quali ha saputo mediare la tradizione culturale del proprio Paese con quella squisitamente francese e, più in generale, europea. Il titolo originale del film é "Adieu,plancher des vaches" ossia 'Addio, pavimento per mucche': un'antica espressione proverbiale usata dai marinai quando salpano dalla terraferma ed esprimono la felicità di lasciarla. Il contrasto tra il restare e il partire, cioè tra il sogno e la realtà, tra il desiderio e la sua realizzazione, attraversa tutto il film, che su uno spunto narrativo abbastanza esile costruisce una trama dove la logica fa a pugni con il suo contrario, dove il 'vero' si accompagna con l'immaginario e la speranza si realizza nella capacità di vivere fino in fondo ogni giorno : il tutto calato in una quotidianità aspra, difficile e faticosa, ma anche affascinante e misteriosa perché multiforme, imprevedibile, irrazionale. Tra grottesco e allegoria, lo sguardo che Iosseliani getta su Parigi e sulla villa in periferia é lucido, amaro ma pieno di amore per la vita. E il film che a poco a poco si va componendo rappresenta un mosaico inquieto e vivacissimo della cultura e della società europea di fine Millennio. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare sicuramente come positivo, senz'altro problematico e da suggerire per dibattiti. UTILIZZAZIONE: pur esulando dai tradizionali canoni narrativi, il film, per la sua notevole qualità, si segnala per una utilizzazione anche in programmazione ordinaria. In occasioni più mirate,é da proporre come ritratto esemplare, insieme realistico e sentimentale, dell'Europa contemporanea.

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