AL CENTRO DELL’AREA DI RIGORE **

Valutazione
Accettabile-riserve, realistico
Tematica
Amicizia
Genere
Drammatico
Regia
Bruno Garbuglia, Roberto Ivan Orano
Durata
145'
Anno di uscita
1996
Nazionalità
Italia
Distribuzione
Istituto Luce
Soggetto e Sceneggiatura
Bruno Garbuglia, Roberto Ivan Orano
Musiche
Francesco Marini, Giovanna Salviucci Marini
Montaggio
Carlo Fontana

Orig.: Italia (1996) - Sogg. e Scenegg.: Bruno Garbuglia, Roberto Ivan Orano - Fotogr.(panoramica/a colori): Roberto Meddi - Mus.: Francesco Marini, Giovanna Salviucci Marini - Montagg.: Carlo Fontana - Dur.: 145' - Produz.: D.D.S. Cinematografica, Roma; Sunday Films, Parigi; Delfilm, Ginevra.

Interpreti e ruoli

Guillaume Fontannaz (Renato), Christian Capone (Biagio), Giorgio Tirabassi (Carletto), Donat Guibert (Roberto), Marzia Aquilani (Tina), Daniele Pio (Mozzicone), Julie Turin (Rosa), Sal Borgese, Mallaury Nataf, Maria Grazia Nazzari, Quinto Parmeggiani, Alexandra Tiedeman, Leila Durante, Andrea Tidona

Soggetto

Nel maggio del 1942, a Roma, città aperta, alcuni giovani, accesi tifosi romanisti (Renato, Tina, Mozzicone e Carletto), per seguire la squadra del cuore nell'ultima e decisiva trasferta torinese, cercano di organizzare un viaggio e si arrabattano per raggranellare i soldi. Al gruppo si unisce Biagio, amicissimo di Renato, che seppure laziale, sfumata l'assunzione alle ferrovie invano perseguita dal padre, deve partire soldato e vuol trascorrere l'ultima settimana con gli amici, e Roberto, fidanzato di Rosa, sorella di Renato, e attivista comunista, che approfitta di questa copertura per ritirare un impor-tante documento. Dopo qualche indecisione i giovani partono col camioncino di Carletto, ma incontrano alcune difficoltà: restano impantanati in un fiume ed un buttero li rimorchia coi suoi cavalli; derubano un "borsaro" nero che li insegue e brucia il camioncino; incontrano due ballerine del varietà disoccupate che organizzano uno spettacolo balneare e Biagio crede di aver trovato l'amore; Renato, dopo un bagno estemporaneo in mare, si accorge finalmente della graziosa Tina, che ha per lui un debole, che ha sempre respinto ritenendola una ragazzina. Dopo aver assistito a Talamone al rito delle spose di guerra, i giovani si ricongiungono al treno dei tifosi romani. A Torino Roberto contatta un professore che gli consegna lo storico "Documento di Tolosa", primo manifesto antifascista delle forze democratiche italiane, ma il giovane deve fuggire dal retro per l'arrivo della polizia dell'OVRA che arresta però Renato e Biagio sopraggiunti perché preoccupati del ritardo dell'amico. Invano tentano di spiegare al commissario il motivo della loro visita al professore, da tempo sorvegliato. Il commissario fa portare una radio che trasmette la partita, blandendoli con la promessa di farli condurre allo stadio in automobile, ma i giovani non parlano anche sotto le percosse degli agenti. L'unico nome che Renato fa è quello di Amadei, il giocatore della Roma che in quel momento ha segnato il goal per la squadra che così vince lo scudetto.

Valutazione Pastorale

I giovani autori e registi del film sono riusciti a realizzare il film con una trama ricca di spunti felici e con un piglio agile e disinvolto. E' innegabile che non essendo ancorato a ricordi diretti il film risente a volte di atmosfere un po' artificiose, un po' fuori epoca: ma ci sono squarci di bel cinema, come la processione di barche con le spose di guerra, che fanno rivivere una commovente pagina di quei giorni drammatici. Altro simpatico siparietto è quello del buttero che si rivela un burbero benefico, e certe scenette, come la cena o lo spettacolo improvvisato con le ballerine, sono vivaci e bene recitate. Peraltro, qualche scivolone di sceneggiatura non manca, e resta il problema del linguaggio, la cui volgarità, spesso mutuata da un lessico contemporaneo, è anacronistica rapportata al passato, anche nella fascia sociale dei protagonisti. Ma si sorvola volentieri su nei che non pregiudicano la sostanziale validità e solidità del racconto, che si fa portatore di messaggi e valori positivi, mai sbandierati ma intelligentemente suggeriti dal contesto. Anche il ricordo di un tifo fatto di tanto entusiasmo e al massimo di qualche sfottò sembra utile ai moderni ultrà per riflettere su tendenze bellicose che nulla hanno a che fare con la passione sportiva.

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