ALBERT NOBBS

Valutazione
Consigliabile, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Donna, Metafore del nostro tempo, Omosessualità, Politica-Società, Psicologia
Genere
Drammatico
Regia
Rodrigo Garcia
Durata
113'
Anno di uscita
2012
Nazionalità
Gran Bretagna, Irlanda
Distribuzione
Videa/CDE
Soggetto e Sceneggiatura
Gabriella Prekop, John Banville, Glenn Close Istvan Szabo dal racconto di George Moore
Musiche
Brian Byrne
Montaggio
Steven Wesiberg

Orig.: Gran Bretagna/Irlanda (2011) - Sogg.: Istvan Szabo dal racconto di George Moore - Scenegg.: Gabriella Prekop, John Banville, Glenn Close - Fotogr.(Scope/a colori): Michael McDonough - Mus.: Brian Byrne - Montagg.: Steven Wesiberg - Dur.: 113' - Produz.: Alan Moloney, Bonnie Curtis, Julie Lynn, Glenn Close.

Interpreti e ruoli

Glenn Close (Albert Nobbs), Mia Wasikowska (Helen Dawes), Aaron Johnson (Joe Macken), Brendan Gleeson (dott. Holloran), Janet McTeer (Hubert Page), Pauline Collins (sig.ra Baker), Bronagh Gallagher (Cathleen), Brenda Fricker (Polly), Jonathan Rhys Meyers (Visconte Yarrell), Antonia Campbell Hughes (Emmy Keyes), Annie Starke . (Aileen)

Soggetto

Dublino, seconda metà dell'Ottocento. Da venti anni Albert Nobbs è cameriere in un albergo, dove lavora con scrupolo e dedizione e mette da parte i guadagni per per poter aprire una attività commerciale. Quando arriva il sig. Page con l'incarico di ridipingere alcune stanze, e devono passare la notte insieme, il segreto di Nobbs si rivela: è una donna, rassegnatasi a quel travestimento per non perdere tempo prima l'occasione di quel lavoro. Da quel momnto tutto cambia. Il sig. Page assicura che non tradirà Nobbs, ma solo perché anche lui è una 'lei'. Intanto la cameriera Helen è attratta dal nuovo lavorante Joe, di cui resta incinta, ma su di lei mette gli occhi Nobbs stesso, che le chiede di uscire. In un concitato scambio di vedute, Nobbs ha la peggio, batte la testa e dopo poco muore. La proprietaria dell'albergo mette lemani sul suo libretto di risparmi, e con quei soldi rilancia la struttura.

Valutazione Pastorale

Glenn Close ha interpretato questa storia a teatro nel 1982. Da quel momento ha impiegato molti anni prima di riuscire a portarla al cinema. Il risultato odierno è quello di una pellicola che molto poggia sulla interpretazione di lei (una donna/uomo dai lineamenti duri, scavati, con un'espressione sofferta, specchio di un forte disequilibrio interiore) ma non trova adeguato riscontro nella messa in scena. Fin quando si tratta di costruire i personaggi nella loro esteriorità, il quadro regge; al momento però di passare alla dialettica tra le varie figure, di scavare nelle singole psicologie, di motivare i rispettivi gesti e azioni, la regia di Rodrigo Garcia inciampa in vistose lacune. In particolare tra il contorno storico, i vari drammi e le singole reazioni non si crea mai alchimia, lo sguardo della ma.d.p. resta distante e quasi neutro. Cosi i temi forti e pesanti (l'identità sessuale, gli obblighi imposti dalla società, lo scontro di classe, maternità e famiglia...) non acquistano autentica incisività. In questo quadro anche situazioni certamente delicate (la convivenza tra donne...) diventano forte illustrazione problematica più che insinuazione pruriginosa. Molto ben curato e sintomatico di un'epoca e di una società, il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, con attenzione per minori e piccoli, considerata la delicatezza di situazioni e rapporti interpersonali.

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