ALMANYA – LA MIA FAMIGLIA VA IN GERMANIA

Valutazione
Consigliabile, poetico
Tematica
Emigrazione, Famiglia, Rapporto tra culture, Storia
Genere
Commedia
Regia
Yasemin Samderell
Durata
97'
Anno di uscita
2011
Nazionalità
Germania
Titolo Originale
Almanya - Wilkommen in Deutschland
Distribuzione
Teodora Film
Musiche
Gerd Baumann
Montaggio
Andrea Mertens

Orig.: Germania (2011) - Sogg. e scenegg.: Yasemin Samderell, Nesrin Samderell - Fotogr.(Scope/a colori): The Chau Ngo - Mus.: Gerd Baumann - Montagg.: Andrea Mertens - Dur.: 97' - Produz.: Annie Brunner, Andreas Richter, Anja Karina Richter, Ursula Worner.

Interpreti e ruoli

Vedat Erincin (Huseyin anziano), Fahrt Ogun Yardim (Huseyin giovane), Lilay Huser (Fatma anziana), Demet Gul (Fatma giovane), Aylin Tezel (Canan), Denis Moschitto (Ali), Rafael Koussourts (Cenk), Petra Schmidt Schaller (Gabi), Siir Eloglu (Leyla adulta), Ercan Karacayil (Muhamed adulto), Aykut Kayacik . (Veil adulto)

Soggetto

Ormai nonno, Huseyin una sera comunica alla famiglia riunita comunica di aver acquistato una casa in Turchia. A proprie spose, invita tutti a compiere il viaggio a ritroso dalla Germania, cove vivono, al Paese delle origini. All'arrivo, mentre su un pullman si dirigono verso il luogo stabilito, Gabi, la nipote adolescente, racconta a quello più piccolo, le vicende di Huseyin da quando giovane turco decise di trasferirsi in Germania in cerca di lavoro. Scorrono trenta anni di storia, la moglie, i figli, la prima casa, le difficoltà, il raggiungimento di una certa tranquillità. Proprio quando giungono nella terra dove tutto è cominciato, Huseyin è colpito da infarto e muore. E uno dei figli decide di restare in Turchia.

Valutazione Pastorale

Tra il 1961 e il 1973, circa due milioni di turchi arrivarono in Germania. La terza generazione è composta di ragazzi, grandi e piccoli, nati su suolo tedesco e bisognosi di sapere cosa è successo 'prima'. Da qui i flashback, e il discorso finale che il piccolo fa al posto del nonno in una sorta di passaggio di consegne generazionale. I temi che emergono sarebbero (sono) tanti, ma, se è vero che in genere siamo abituati a vederli abbinati a copioni dai toni forti e aspri, è più giusto dire che invece la regista esordiente oriunda opta, insieme alla sorella, per un taglio tra la commedia e la favola. Umorismo e simpatia miste a leggerezza di tratti e di dialoghi si insinuano degli interstizi della narrazione, passando tra 'ieri' e 'oggi' e aprendosi ad un 'domani' più proficuo per entrambi. Forse intergrazione, multiculturalismo, meticciato sono aspetti dell'Europa contemporanea che è meglio affidare più ad una ironia venata di lirismo che ad una denuncia ideologica talvolta controproducente. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile e poetico nel tono descrittivo.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in seguito in molte occasioni per affrontare gli argomenti legati all'immigrazione in Germania e più ampiamente in Europa.

Le altre valutazioni

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