AMERICANI

Valutazione
Inaccettabile, Crudo
Tematica
Lavoro, Politica-Società
Genere
Drammatico
Regia
James Foley
Durata
101'
Anno di uscita
1992
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
GLENGARRY GLEN ROSS
Distribuzione
Life International
Soggetto e Sceneggiatura
David Mamet tratto dal lavoro teatrale di David Mamet
Musiche
James Newton Howard
Montaggio
Howard Smith

Sogg.: tratto dal lavoro teatrale di David Mamet - Scenegg.: David Mamet - Fotogr. (scope/a colori): Juan Ruiz Anchia - Mus.: James Newton Howard - Montagg.: Howard Smith - Dur.: 101' - Produz.: Jerry Tokofsky, Stanley R. Zupnik.

Interpreti e ruoli

Al Pacino (Ricky Roma), Jack Lemmon (Shelley Levene), Alan Arkin (George Aaronow), Alec Baldwin (Blake), Ed Harris (Dave Moss), Kevin Spacey (John Williamson), Jonathan Pryce (James Lingk), Bruce Ltman, Jude Ciccolella, Paul Butler, Lori Tan Chinn.

Soggetto

In una agenzia immobiliare di New York i due imperativi quotidiani per i quattro produttori e il loro direttore sono i “contatti” e “chiudere sempre i contratti”. I primi sono gli elenchi nominativi dei possibili clienti da avvicinare e blandire, mentre la chiusura degli accordi pattuiti si risolve per chi si è dato da fare in una crescita nella graduatoria delle e vendite di terreni e immobili. In premio una lussuosa automobile e come minaccia, il licenziamento, da tutti paventato in epoca di recessione. Quando è in arrivo da parte della sede centrale un pacchetto di “contatti” nuovi, si scatena una lotta poiché, ad eccezione del fortunato e astuto Ricky Roma, gli altri continuano a vedersi assegnati ogni giorno clienti refrattari o evasivi. Oltre a Roma, si battono il più anziano Shelley Levene (che ha impellenti problemi per una figlia malata in ospedale), George Harronow il più esitante e debole, nonché il combattivo e rissoso Dave Moss, capace anche di progettare con il recalcitrante George le nuove schede, per vendere con esse se stesso alla GRAF, una agenzia della concorrenza. In un drammatico susseguirsi delle ore, gli uomini si insultano pesantemente, si affannano a contattare ancora clienti già assillati altre volte, soprattutto Levene che vede, anche per l’età e malgrado la sua grande esperienza, ormai prossimo il momento in cui verrà licenziato. Su tutti domina l’abilissimo e furbo Ricky, che ha agganciato con successo un cliente, con il quale conta di guadagnare qualche milione per parte sua. Ma nella notte l’ufficio subisce un furto: i “contatti” nuovi vengono rubati e la polizia inizia subito gli interrogatori fra i dipendenti ognuno dei quali dubita dell’altro. L’affare concluso da Roma, per circostanze dovute al cliente e di natura bancaria, viene disdetto e del pari quello che Levene aveva portato a termine appioppando a due tipi (notoriamente matti) vecchi terreni per 82 milioni di dollari (il capo dell’ufficio John Williamson glielo ha rivelato in extremis). La situazione precipita: non si parla più né della lussuosa automobile, né di alta graduatoria delle vendite; il licenziamento è alle porte e per qualcuno anche peggio perché, dopo gli altri, la polizia è intenzionata ad interrogare Levene, il quale, ormai al termine della carriera, per disperazione ha compiuto il furto e ha venduto per 2500 dollari i nuovi “contatti” alla concorrente GRAF. Mentre l’anziano collega si avvia verso i poliziotti, solo Ricky Roma lo saluta, riconoscendo in lui la qualità di maestro in quel faticoso mestiere.

Valutazione Pastorale

Turpiloqui e linguaggio grossolano dominano oltre misura la denuncia dura e spietata contro la società americana, dei suoi metodi di selezione brutali e della pressione psicologicamente violenta esercitata sulle persone. La corsa alla competizione è qui esemplata in maniera angosciante e con ciò gli stimoli da un lato (con premi o licenziamenti in tronco) e le paure dall’altro (il pane quotidiano, i mutui e i debiti, lo stress). Il paesaggio umano e finanziario circostante è dunque configurato da una irreversibile amoralità, che vede i più deboli sbranarsi per poi essere stritolati nella maratona verso il successo, penalizzando ogni altro valore. La società va così diritta nel degrado travolgendo anche gli indifesi e i pavidi, comunque gli sfortunati costretti a loro volta a esercitare violenza su altri con ricatti e furfanterie. Tratto da un lavoro di David Mamet (noto uomo di spettacolo), il film poggia sulla sua solidissima sceneggiatura, trasmettendo una sorta di angoscia in un clima che (a parte rare uscite all’aperto o sotto una pioggia battente) richiama tutto ciò che vi è di claustrofobico nella tradizione teatrale. Valida la recitazione di tutti gli interpreti, a cominciare da Jack Lemmon, uomo frustrato e deluso, e poi Al Pacino in grandissima forma, insidioso sempre ed elegante imbonitore.

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