AMORE CARNE

Valutazione
Complesso, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Cinema nel cinema, Famiglia - genitori figli, Letteratura, Malattia, Omosessualità, Politica-Società
Genere
Drammatico
Regia
Pippo Delbono
Durata
75'
Anno di uscita
2013
Nazionalità
Francia, Italia
Distribuzione
Tucker Film
Musiche
Micahel Galasso, Alexander Balanescu, Laurie Anderson, Les Anarchistes
Montaggio
Fabrice Aragno

Orig.: Italia/Svizzera (2011) - Sogg. e scenegg.: Pippo Delbono con i testi di Arthur Rimbaud, Pier Paolo Pasolini, T.S.Eliot - Fotogr.(Normale/a colori; b&n): Pippo Delbono - Mus.: Micahel Galasso, Alexander Balanescu, Laurie Anderson, Les Anarchistes - Montagg.: Fabrice Aragno - Dur.: 75' - Produz.: Pippo Delbono (Compagnia Pippo Delbono); Frederic Maire (Cinemateque Suisse); Fabrice Aragno (Casa Azul).

Soggetto

Munito di telefonino e di una piccola camera, Pippo Delbono comincia un viaggio senza meta : l'addio a Pina Bausch, gli incontri con Tilda Swinton e Marisa Berenson, con Marie Agnes Gillot, stella dell'Opera di Parigi. Ci sono poi l'inseparabile Bobò, i musicisti Alexander Balanescu e Laurie Anderson. C'è soprattutto lui, Delbono, seriopositivo da venti anni, e il ricordo della mamma.

Valutazione Pastorale

Artista eclettico, si dice di Pippo Delbono, attivo in quei territori della creazione artistica dove le differenze sono abolite e le etichette perdono importanza. "Amore carne" ha come destinazione la sala cinematografica, e in questa ottica la provocazione risulta forte e del tutto coerente con la poetica dell'autore. Che è quella di spezzare la linearità del racconto, di rendere inutile il copione, di aderire ad una 'finzione' visiva che trova la 'verità' nel mezzo con cui la riprende, la ferma nelle immagini. Delbono dichiara il proprio essere omosessuale, sieropositivo e buddista: può farlo ora all'indomani della morte della mamma, cui dedica belle pagine di sapore casalingo. Eppure il suo è un film, come lo definisce, "intimo che abdica la distanza". E spesso ci riesce, a dirci la schiavitù di un sistema 'cinema' bloccato dentro troppe costrizioni linguistiche ed espressive. Sprigiona lirismo, osserva il dolore e suggerisce pietà. Non si resta indifferenti, anche se l'uscita in sala è tutto un altro discorso. Perchè, dopo molta ribellione, accettare di entrare in un zona fin troppo compromessa dove contano i risultati commerciali?. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria ma, con più pertinenza, in occasioni mirate per un pubblico pronto ad accettare la sfida di un linguaggio totalmente innovativo, aspro, spezzato, talvolta faticoso. Certamente da evitare per bambini e minori.

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