AMORE CHE VIENI AMORE CHE VAI

Valutazione
Inconsistente, banalità
Tematica
Famiglia - genitori figli, Gangster, Letteratura
Genere
Commedia
Regia
Daniele Costantini
Durata
101'
Anno di uscita
2008
Nazionalità
Italia
Distribuzione
Istituto Luce
Soggetto e Sceneggiatura
Franco Ferrini, Antonio Leotti, Daniele Costantini Franco Ferrini dal libro "Un destino ridicolo" di Fabrizio De André e Alessandro Gennari
Musiche
Nicola Piovani
Montaggio
Carla Simoncelli

Orig.: Italia (2007) - Sogg.: Franco Ferrini dal libro "Un destino ridicolo" di Fabrizio De André e Alessandro Gennari - Scenegg.: Franco Ferrini, Antonio Leotti, Daniele Costantini - Fotogr.(Panoramica/a colori): Alessio Gelsini Torresi - Mus.: Nicola Piovani - Montagg.: Carla Simoncelli - Dur.: 101' - Produz.: Gabriella Buontempo, Massimo Martini per Goodtime Enterprise in collaborazione con RAI Cinema.

Interpreti e ruoli

Fausto Paravidino (Carlo), Filippo Nigro (Salvatore), Massimo Popolizio (Bernard), Donatella Finocchiaro (Veretta), Tosca d'Aquino (Luciana), Claudia Zanella (Maritza), Agostina Belli (Lina)

Soggetto

Genova, 1963. Tre uomini (un contrabbandiere francese, un poco convinto protettore, un pastore sardo) si mettono d'accordo per fare un colpo in grado di cambiare le loro vite. Le cose vanno bene ma il pastore, lasciato solo col bottino, uccide il fratello gemello, fa credere che il morto sia lui e scappa con il denaro e la sua donna. Preso da rimorso, l'uomo consegna la refurtiva ad un prete incontrato sul treno. Alla prima stazione, il prete scende: ma si tratta di un falso sacerdote.

Valutazione Pastorale

A cornice del fatto centrale sopra raccontato c'è tutta una parte introduttiva dedicata ai tre personaggi e alla loro vita più recente: il Carlo che accetta di diventare un protettore e si aggira per locali notturni e vicoli; il Bernard che negli stessi locali segue i propri loschi affari; il Salvatore che vuole beffare e resta beffato. Tratto dal romanzo scritto a quattro mani da Fabrizio De André e Alessandro Gennari, il copione poteva riservare qualche piacevole sorpresa in ordine sopratutto al periodo (primi anni Sessanta) e all'ambientazione non frequente nel cinema italiano (la Genova dei quartieri più caratteristici). Di fatto la regia azzera quasi tutte queste potenzialità, affondando in una generalizzata mediocrità narrativa ed espressiva. Location approssimative e ripetitive, personaggi come macchiette (tranne la Finocchiaro, come sempre intensa), una drammaticità che diventa grottesca e risibile. Si salva poco, dentro un copione che non ha ounti di appiglio e infatti finisce nel nulla. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come inconsistente, e pieno di banalità.

Utilizzazione

Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e in altre occasioni, ben tenendo conto dei limiti sopra indicati. Certo resta la curiosità della derivazione dal testo di De André. Attenzione è comunque da tenere per i più piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.

Le altre valutazioni

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