ANITA B.

Valutazione
Consigliabile, Problematico, dibattiti
Tematica
Adolescenza, Famiglia, Letteratura, Libertà, Rapporto tra culture, Razzismo, Storia, Tematiche religiose
Genere
Drammatico
Regia
Roberto Faenza
Durata
88'
Anno di uscita
2014
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
/////
Distribuzione
Good Films
Soggetto e Sceneggiatura
Edith Bruck, Roberto Faenza, Nelo Risi in collaborazione con Iole Masucci tratto dal romanzo "Quanta stella c'è nel cielo" di Edith Bruck
Musiche
Paolo Buonvino
Montaggio
Massimo Fiocchi

Orig.: Italia (2013) - Sogg.: tratto dal romanzo "Quanta stella c'è nel cielo" di Edith Bruck - Scenegg.: Edith Bruck, Roberto Faenza, Nelo Risi in collaborazione con Iole Masucci - Fotogr.(Scope/a colori): Arnaldo Catinari - Mus.: Paolo Buonvino - Montagg.: Massimo Fiocchi - Dur.: 88' - Produz.: Elda Ferri, Luigi Musini per Jean Vigo, Cinema Undici con RAI Cinema.

Interpreti e ruoli

Eline Powell (Anita), Robert Sheenan (Eli), Andrea Oswart (Monika), Antonio Cupo (Aron), Nico Mirallegro (David), Clive Riche (medico), Guenda Goria (pianista), Moni Ovadia (zio Jacob), Jane Alexander (Sarah)

Soggetto

Anno 1945, la guerra è terminata solo da un mese. Anita, adolescente di origine ungherese, sopravvissuta ad Auschwitz, è accolta dall'unica parente rimasta viva: Monika, sorella del padre, la quale però non gradisce di essere chiamata zia e fa capire di vivere l'arrivo di questa nipote come un peso. Monika vive a Zvikovez, paesino tra le montagne della Cecoslovacchia non lontano da Praga, con il marito Aron, il figlioletto Roby e il fratello di Aron, il giovane Eli. Piena di entusiasmo, Anita si trova ben presto ad affrontare una situazione imprevista: nessuno, intorno a lei, vuole sentire parlare di nazismo, persecuzioni, massacri. Il passato sembra che non sia mai esistito. La ragazza deve essere il più anonima possibile, e a Natale fuori della porta è meglio esibire l'albero, simbolo cattolico, e tenere sotto silenzio la propria religione ebraica. Quando infine cede alla insistente corte di Eli e resta incinta, lui non vuole saperne di paternità e la accompagna in città per abortire. Evitata l'operazione grazie allo stratagemma di un saggio medico cattolico, Anita esce dall'episodio più matura e pronta ad affrontare il viaggio verso la Palestina, che per molti significa la nuova vita.

Valutazione Pastorale

"Quanti film sono stati realizzati sulla Shoah ? -si chiede il regista Faenza- Tanti. Qualcuno dice forse addirittura troppi. Ma pochissimi sono stati prodotti sul 'dopo', cioè affrontando la vita dopo la morte". Conviene ricordare che, come per gran parte della filmografia di Faenza, anche qui all'origine c'è un testo letterario, il romanzo di Edith Bruck "Quanta stella c'è nel cielo", dove si descrive la quotidianità di Anita in un ambiente fortemente ostile, quasi fosse una colpa l'essere stata deportata. "La B. aggiunta al nome -dice Faenza- è proprio in omaggio al cognome della scrittrice. Il cuore drammaturgico del copione, il dolore che comunica, è dunque chiaro: come se lo stermimio non fosse bastato, è esistito nei sopravvissuti un 'dopo' quasi altrettanto angoscioso. Un male che resta dentro, una spina che toglie il respiro e blocca la voglia di tornare alla vita. Una felicità lontana e strozzata nella quale sopravvivere è più difficile che vivere. In questo drammatico contesto, Anita prova a guardare oltre, a compiere "un viaggio verso il passato con un solo bagaglio: il futuro". Faenza racconta come sa fare, con chiarezza, semplicità, pulizia narrativa. Il monito che lancia è netto e diretto, e il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in occasioni successive come avvio alla riflessione sui molti temi che offre tra storia e attualità. Da proporre anche in situazioni 'educational' per proiezioni scolastiche e didattiche.

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