APPENA APRO GLI OCCHI

Valutazione
Consigliabile, Problematico, dibattiti
Tematica
Donna, Famiglia - genitori figli, Giovani, Musica, Politica-Società, Rapporto tra culture
Genere
Drammatico
Regia
Leyla Bouzid
Durata
102'
Anno di uscita
2016
Nazionalità
Belgio, Emirati Arabi Uniti, Francia, Tunisia
Titolo Originale
A' peine j'ouvre les Yeux
Distribuzione
Doc & Film International
Musiche
Khyam Allami
Montaggio
Lilian Corbeille

Orig.: Francia/Tunisia/Belgio/Emirati Arabi Uniti (2015) - Sogg. e scenegg.: Leyla Bouzid, Marie Sophie Chambon - Fotogr.(Panoramica/a colori): Sebastien Goepfert - Mus.: Khyam Allami - Montagg.: Lilian Corbeille - Dur.: 102' - Produz.: Sandra De Fonseca, Imed Marzouk, Anthony Rey, Nathalie Mesuret, Bertrand Gore - GIORNATE DEGLI AUTORI VENICE DAYS 12^ EDIZIONE (VENEZIA 2,12 SETTEMBRE 2015), PREMIO DEL PUBBLICO BNL, PREMIO DEL PUBBLICO COME MIGLIOR FILM EUROPEO.

Interpreti e ruoli

Baya Medhaffer (Farah), Ghalia Benali (Hayet), Montassar Ayari (Borhene), Aymen Omrani (Ali), Lassaad Jamoussi (Mahmoud), Deena Abdelwahed (Ines), Youssef Soltana (Ska), Marwen Soltana . (Sam)

Soggetto

Tunisia 2010. La capitale è percorsa da segnali sempre più insistenti come preparazione alla Rivoluzione contro il governo Ben Alì. Farah, diciotto anni, ha una passione per il canto, e si esibisce nella band Joujma, un gruppo che esprime posizioni di protesta. La famiglia vorrebbe che lei studiasse medicina, ma Farah non vuole rinunciare alla musica. La mamma la mette in guardia da possibili pericoli ma inutilmente...

Valutazione Pastorale

I film testimonianza sulla primavera araba aumentano e delineano meglio ruoli, compiti e atteggiamenti dei partecipanti. O almeno di alcuni di loro a seconda della fascia generazionale. Farah ad esempio è minorenne, i suoi genitori non sono poi tanto anziani, eppure sembra che tra loro ci sia una distanza netta e profonda. Il padre vuole vederla studiare medicina e quindi iscriversi all'università in quel corso. La madre è combattuta tra il volere del marito e la passione della ragazza per la musica e il canto. Di fatto Farah trascorre in discoteca la maggior parte del proprio tempo. Ma questo vuol dire restare fuori casa la sera e rendersi autonoma. La voglia di raggiungere l'obiettivo porta Farah ad atteggiamenti che mal si conciliano con il 'suo' contorno. Litiga con il ragazzo e, soprattutto, quando le viene impedito di entrare in discoteca, canta un brano con parole sue che attirano l'attenzione della polizia. Interrogata a fondo, Farah deve constatare sulla propria pelle che la situazione si sta facendo difficile. L'atto d'accusa contro le progressive limitazioni della libertà è forte e preciso. L'invito a ribellarsi parte dai giovani, forza trainante di un nuovo movimento per maggiore movimento e libertà. Film opportuno e necessario, in uno scacchiere nord africano sempre più incerto e traballante. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile/problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e da arricchire con riflessioni e contributi intorno alla situazione nel mondo arabo nord africano.

Le altre valutazioni

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