ASIK KERIB – STORIA DI UN ASHUG INNAMORATO

Valutazione
Accettabile, Semplice
Tematica
Genere
Apologo
Regia
David Abasize, Sergej Iosifovic Parazanov
Durata
80'
Anno di uscita
1993
Nazionalità
U.R.S.S.
Titolo Originale
ASIK KERIB
Distribuzione
Visioni Originali
Soggetto e Sceneggiatura
Georgij Badridze da un racconto di M. Lermontov
Musiche
Zavansir Kuliev
Montaggio
Sergej Iosofovic Parazanov

Sogg.: da un racconto di M. Lermontov - Scenegg.: Georgij Badridze - Fotogr.: (normale/a colori) Albert Javurian - Mus.: Zavansir Kuliev - Montagg.: Sergej Iosofovic Parazanov - Dur.: 80' - Produz.: Gruzija Film, Georgia

Interpreti e ruoli

Jurij Mgoian (Asik Kerib), Veronique Metonize (Magoul-Mèguèrie), Levan Natrosvili, Sofico Caureli

Soggetto

"Ashug" (cioè cantore e suonatore della saaga, una sorta di balalaika) in un villaggio turco è Asik Kerib, giovane aitante, onesto, ma povero. Egli si innamora della bella Magoul-Mèguèrie, ma il padre di lei è un facoltoso commerciante e di spiantati non ne vuol sapere. Asik decide allora di partire per cercare lavoro altrove, lasciando la fidanzata in lacrime. Incontrerà molte avventure, talune rischiose o bizzarre. Spogliato ad un guado da un malvagio dei suoi miseri abiti e rivestito da un uomo pietoso, viene dato per morto annegato (la madre diventa cieca per il dolore). Ma il cantore piace molto alla gente: partecipa ad uno strano banchetto nuziale per ciechi e sordomuti; suona per un grasso e buffo pascià (che minaccia di farlo sbranare dalla sua tigre personale); viene perseguitato da un gruppo di uomini a cavallo; riceve in dono un vecchio Ashug morente la saaga di costui. Improvvisamente un santone apparsogli su di un bianco destriero gli annuncia un miracolo, dandogli un sacchetto di monete. Con questo tesoro il bruno cantastorie torna al suo villaggio, dove debbono svolgersi le nozze di Magoul. Nessuno crede al redivivo ed il pretendente della ragazza vuole uccidere l'impostore: solo la madre, di cui Asik reclama la presenza, lo riconosce guarendo dalla cecità. Asik, ormai ricco, e Magoul potranno convolare a nozze.

Valutazione Pastorale

la storia del menestrello, dei suoi affanni amorosi e del suo girovagare è una fiaba semplice, articolata in maniera del tutto artigianale con una serie di piccoli flash. È come sfogliare un quaderno di decalcomanie che, prodotto nel 1988 nella ex URSS (Georgia), fu presentato a suo tempo in una delle Sezioni del Festival veneziano. Non è che sia indecifrabile, ma sinceramente lontanissimo dalla cultura occidentale ed estremamente piatto, malgrado stoffe, anfore, statuette e bacili di rame, decisamente affidati ai colori. Un Oriente insomma, un po' imbalsamato, una riproduzione visiva stereotipa, sia pure fra melograni e svolazzare di colombe attorno agli sposi. L'insieme è grezzo, spesso anche sempliciotto, però ingenuo e gentile. La colonna musicale è quella che possono riservare l'ambientazione ed il clima generale, però con una inopinata "Ave Maria" di Schubert deformata e resa stridula dalle corde della balalaika.

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