BEAUTIFUL PEOPLE

Valutazione
Accettabile, realistico*
Tematica
Conflitti etnici, Droga, Emigrazione, Famiglia - genitori figli, Giovani, Guerra, Rapporto tra culture
Genere
Drammatico
Regia
Jasmin Dizdar
Durata
107'
Anno di uscita
2000
Nazionalità
Gran Bretagna
Titolo Originale
Beautiful people
Distribuzione
BIM - Columbia TriStar Films Italia
Musiche
Garry Bell
Montaggio
Justin Krish

Orig.: Gran Bretagna (1999) - Sogg. e scenegg.: Jasmin Dizdar - Fotogr.(Panoramica/a colori): Barry Ackroyd - Mus.: Garry Bell - Montagg.: Justin Krish - Dur.: 107' - Produz.: Ben Woolford.

Interpreti e ruoli

Charlotte Coleman (Portia Thornton), Charles Kay (George Thornton), Rosalind Ayres (Nora Thornton), Edin Dzandzanovic (Pero), Roger Sloman (Roger Midge), Heather Tobias (Felicity Midge), Danny Nussbaum (Griffin Midge), Steve Sweeney (Jim), Jay Simpson (Bigsy), Siobhan Redmond (Kate Higgins), Gilbert Martin (Jerry Higgins), Linda Bassett (infermiera), Dado Jehan (il serbo), Faruk Pruti . (il croato)

Soggetto

Londra, 13 ottobre 1993. La squadra inglese deve giocare contro l'Olanda una partita cruciale per la qualificazione ai campionati del mondo di calcio. In Bosnia la guerra é al culmine, Sebrenica è sotto assedio e le Nazioni Unite si stanno organizzando per paracadutare sul posto generi di soccorso. A Londra, su un autobus un serbo e un croato cominciano a litigare, si picchiano, scendono, il serbo va sotto una macchina, vengono portati in ospedale. Intanto il dott. Mouldy, medico del servizio sanitario nazionale, sta per essere lasciato dalla moglie che si accanisce nel tentativo di ottenere l'affidamento dei due figli Tim e Tom. Pur stanco e sfiduciato, Mouldy riesce a confortare la giovane paziente Dzemila che sta per dare alla luce un bambino non voluto. Nel giorno del suo 50esimo compleanno, Roger, direttore di una scuola elementare é triste perché vede il figlio Griffin traviato dalla cattiva compagnia dei coetanei Jim e Bigsy. I tre decidono di andare a Rotterdam a vedere la partita. Ma qualcosa va storto: Griffin si ritrova sull'aereo sbagliato, viene paracadutato in Bosnia e qui partecipa ad azioni di soccorso in mezzo ai combattimenti. George Thornton, deputato dei Tory, la moglie Nora e il figlio Edward sono i prototipi dell'alta borghesia. Reagiscono perciò con sospetto quando la figlia Porzia, neo dottoressa, si innamora di Pero, un suo paziente ex soldato proveniente dalla Bosnia: lo invita a casa e, durante il pranzo, i contrasti esplodono feroci. Kate Higgins vive in uno stato di ansia prolungata legata a quello che potrebbe succedere al marito, corrispondente di guerra della BBC. Griffin, tornato a casa ferito, ha con sé un bambino cieco portato via dalla guerra e che rimarrà con loro a casa. Pero e Porzia si sposano. All'ospedale, dove i due hanno continuato a litigare, ora serbo e croato giocano a carte con gli infermieri. Il cronista, dimessosi dalla BBC, parte per un viaggio di riposo con la moglie finalmente tranquillizzata.

Valutazione Pastorale

Il regista Jasmin Dizdar é nato in Bosnia nel giugno 1961. Dopo aver studiati cinema alla scuola di Praga e aver diretto opere sperimentali e documentari, nel 1989 si é trasferito in Gran Bretagna ed é stato naturalizzato cittadino britannico nel 1993. "Questo primo LM -dice- non é un film sulla guerra. E' un film su Londra durante la guerra, una Londra poco conosciuta. L'intenzione era di seguire i vari personaggi e mostare Londra dal punto di vista di uno straniero. Londra é come un giardino globale dove ogni sorta di fiori e di erbacce convivono insieme". Sono notazioni che introducono opportunamente alla visione del film e che si ritrovano con grande aderenza nella vicenda. Dizdar ha in primo luogo il merito di non scadere in dispute ieologico-politiche per tenersi invece al pratico: mostra avvenimenti dolorosi e indaga sull'inquietudine che lasciano sulle persone. C'è un disagio originato dagli eventi bellici al quale se ne affianca un altro, quello che nasce dalle incertezze della convivenza quotidiana: la vita in famiglia, la vita professionale, i dubbi, la stanchezza, la malinconia. Concepito come un piccolo affresco, dentro il quale ogni situazione si ritaglia un proprio spazio, il film si risolve in un appello lanciato verso la necessità di una nuova comprensione reciproca: una società sempre più multietnica non può continuare a vivere sulla diffidenza e sul sospetto. Film dunque di bella sostanza, girato con il cuore e con lucido tono cronachistico. Dal punto di vista pastorale, i molti spunti positivi nell'ottica di un cinema che aiuta la comprensione tra i popoli lo rendono accettabile, e realistico nel suo impianto visivo e narrativo. UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria. Da recuperare e proporre in tante occasioni, per affrontare i temi legati alla mondialità, all'Europa di fine millennio, alle sue tante identità.

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