BELLA E PERDUTA

Valutazione
Consigliabile, poetico **
Tematica
Libertà, Male, Politica-Società
Genere
Documentario/Drammatico
Regia
Piero Marcello
Durata
(7'
Anno di uscita
2015
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
/////
Distribuzione
Istituto Luce Cinecittà
Musiche
brani di autori vari
Montaggio
Sara Fgaier

Orig.: Italia (2015) - Sogg. e scenegg.: Maurizio Braucci, Pietro Marcello - Fotogr.(16 mm a colori): Pietro Marcello, Salvatore Landi - Mus.: brani di autori vari - Montagg.: Sara Fgaier - Dur.: (7' - Produz.: Sara Fgaier, Pietro Marcello.

Interpreti e ruoli

Tommaso Cestrone (pastore custode della reggia abbandonata), Sergio Vitolo (Pulcinella), Sarchiapone (maschera della tradizione campana), Gesuino pastore e poeta . (intermediario tra i vivi e i morti), Bufalo campano (con la voce di Elio Germano)

Soggetto

Dalla viscere del Vesuvio Pulcinella, servo sciocco, arriva nella Campania dei nostri giorni per dare seguito al desiderio del pastore Tommaso: mettere in salvo un giovane bufalo di nome Sarchiapone. Nella Reggia di Carditello, già residenza borbonica da tempo abbandonata, Pulcinella trova il bufalotto e insieme intraprendono un viaggio verso nord...

Valutazione Pastorale

E' giusto far parlare Marcello e chiedergli di aiutarci a entrare nel copione: "Il progetto nasce sulle tracce di un libro di Piovene, dall'idea di fare un 'viaggio in Italia'. Partendo dai luoghi delle nostre origini, quindi dalla Campania, ci siamo imbattuti nell'angelo di Carditello, Tommaso Cestrone, un vero pastore che si prende cura della Reggia e salva i bufali maschi da un destino segnato. Questo doveva essere un episodio del film ma poi nella notte di Natale del 2013 Tommaso è morto ed è stato impossibile proseguire quel racconto. Ho cambiato direzione e ho proseguito in un'altra forma". Pulcinella, il pastore, il bufalo, la reggia di Carditello: sono diventati al tempo stesso personaggi e interpreti di una rappresentazione non più obbligata da niente. Totalmente libera di muoversi tra realtà, storia, fantasia, denuncia. Già autore di due titoli diventati importanti (Il passaggio della linea, 2007, e La bocca del lupo, 2009), Pietro Marcello (Caserta, 1976) fa un deciso passo in avanti dentro un cinema che non imita alcuno e fa della collazione tra materiali le premesse per un grande operazione di lucida analisi storica e di aspra, coraggiosa poesia. Se la reggia è il prototipo di un sistema malato che distrugge il bello e da sostegno al peggio; se il bufalo destinato a morte è il simbolo di una natura che resta indifesa di fronte al cinismo dell'uomo; se il sardo che recita D'annunzio significa il punto d'incontro possibile tra cultura bassa e alta, anzi, meglio, la conferma di una sola cultura, il disarmonico film di Marcello esprime invero una armonia nascosta difficile da catturare da subito. Ci vuole un po' per entrare nelle zone nascoste del copione, ma intanto resta un film che non finisce di sorprendere per lirismo, capacità di essere davanti alle esigenze del vivere civile. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile e nell'insieme poetico.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, ben tenendone presente il particolare svolgimento che lo induce a riservarlo ad occasioni mirate per coglierne tutta la ricchezza figurativa.

Le altre valutazioni

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