BIANCO E NERO

Valutazione
Discutibile, ambiguità
Tematica
Bambini, Famiglia, Matrimonio - coppia, Rapporto tra culture, Razzismo
Genere
Commedia
Regia
Cristina Comencini
Durata
100'
Anno di uscita
2008
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
/////
Distribuzione
01 Distribution
Musiche
a cura di Universal Music Group
Montaggio
Cecilia Zanuso

Orig.: Italia (2007) - Sogg. e scenegg.: Cristina Comencini, Giulia Calenda, Maddalena Ravagli - Fotogr.(Panoramica/a colori): Fabio Cianchetti - Mus.: a cura di Universal Music Group - Montagg.: Cecilia Zanuso - Dur.: 100' - Produz.: Riccardo Tozzi, Giovanni Stabilini, Marco Chimenz per Cattleya in coproduzione con RAI Cinema.

Interpreti e ruoli

Fabio Volo (Carlo), Ambra Angiolini (Elena), Aissa Maiga . (Nadine), Eriq Ebouaney (Bertrand), Anna Bonaiuto (Adua), Franco Branciaroli (Alfonso), Katia Ricciarelli (Olga), Teresa Saponangelo (Esmeralda), Awa Ly (Veronique), Billo (Ahamdou), Bob Messini (Dante)

Soggetto

A Roma Elena, sposata con Carlo, lavora in una associazione che raccoglie fondi per l'Africa. Ad affiancarla c'é Bertrand, senegalese da tempo in Italia, marito di Nadine. Ad una conferenza, Carlo e Nadine si conoscono e tra loro ben presto nasce una forte passione. Quando la relazione viene scoperta, sia Elena che Bertrand reagiscono con sconcerto e rabbia e cacciano di casa i rispettivi coniugi. Carlo e Nadine continuano ad incontrarsi dove possono, fin quando anche loro cominciano a litigare e decidono di mettere fine al rapporto, trovando peraltro accoglienza e comprensione nelle loro famiglie. Ma questa situazione dura poco. Quando per caso si vedono di nuovo, i due capiscono di essere ancora innamorati. E stavolta non torneranno indietro.

Valutazione Pastorale

Il tema centrale (l'integrazione razziale, il superamento di barriere mentali e culturali) é certo attuale e giusto da trattare. Ma, per il modo in cui il racconto si evolve, diventa 'troppo' attuale e 'troppo' giusto. Nel tentativo di evitare i luoghi comuni, il copione cade infatti nell'opposta banalità di volersi porre come un manifesto ufficiale sul come affrontare oggi il problema. Tutto è perfettamente calibrato perché sia quasi impossibile dichiararsi non d'accordo, perché ci si debba riconoscere nelle fasi narrative proposte o in qualche personaggio, principale o di contorno. La Comencini è brava ad inglobare tutto: chi è a favore e chi è contro; chi lavora per il Terzo Mondo e chi se ne disinteressa; chi dice 'negri' e chi dice 'neri'. Aggiungere una parola sembra fare un torto alla regista. Eppure, a lasciare molto perplessi basta la conclusione: il lieto fine avvolge l'amore multirazziale in trionfo, ma è davvero lieto se quell'unione significa lo sfascio di altre due famiglie con i rispettivi figli ? Interrogativo che alla Comencini evidentemente interessa ben poco. Dal punto di vista pastorale, il film è dunque da valutare come discutibile, e segnato da ambiguità. UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, ben tenendo presente quanto sopra accennato. Da recuperare per affrontare i temi sopra elencati, auspicando la presenza di voci differenti e variegate.

Le altre valutazioni

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