BIUTI QUIN OLIVIA

Valutazione
Accettabile, Problematico, dibattiti**
Tematica
Adolescenza, Amicizia, Educazione, Famiglia - genitori figli
Genere
Drammatico
Regia
Federica Martino
Durata
95'
Anno di uscita
2002
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
/////
Distribuzione
Indipendenti Regionali
Musiche
Andrea Morricone
Montaggio
Luca Montanari

Orig.: Italia (2001) - Sogg. e scenegg.: Federica Martino - Fotogr. (Panoramica/a colori): Ivan Casalgrandi - Mus.: Andrea Morricone - Montagg.: Luca Montanari - Dur.: 95' - Produz.: Devon Cinematografica con la partecipazione di Tele+.

Interpreti e ruoli

Carolina Felline (Olivia), Eleonora Materazzo (Lilli), Manrico Gammarota (Salvatore), Elena Bonelli (Franca), Giordano De Plano (Davide), Corinna Lo Castro . (Maria), Ottavia Fusco (psicologa dell'istituto), Gino Santercole (zio Alfonso), Monica Fiorentini . (assistente sociale)

Soggetto

Periferia di Roma, primi anni Ottanta. Olivia è un'adolescente sbandata. La madre Franca, cameriera, si è appena licenziata dall'ultimo posto di lavoro; il padre Salvatore, da tempo invalido civile, è diventato violento e volgare. Capita che Olivia la sera non torni a casa, e il giorno dopo il padre la picchia con la cinghia. I genitori cambiano casa. Arrivano in un nuovo quartiere periferico, e in una nuova scuola. Qui Olivia conosce Lilli, coetanea e con lei, dopo reticenze iniziali, comincia a parlare. Lilli organizza ogni settimana nella scuola il concorso "Biuti Quin Olivia" in omaggio alla cantante-ballerina Olivia Newton-John, protagonista del musical "Grease". Lilli non vuole fare la parrucchiera come la madre, ma l'artista. Olivia suona bene la chitarra, e vince il titolo. Purtroppo a casa le liti con il padre si fanno più dure, e lei e la mamma devono ricorrere al pronto soccorso. Olivia si ricorda che quello in realtà non è il suo vero padre, e che la madre va ogni tanto a trovare un amante. In questa situazione Olivia viene tolta ai genitori e affidata ad un istituto. Torna a casa, ma la mamma è andata via. La mettono in camera di isolamento, poi, appena può, decide di andare a trovare il padre vero. Accompagnata da Lilli, Olivia arriva sul lago, dove aveva incontrato il padre. Ma ora non c'è più nessuno. Olivia saluta Lilli, poi, come in un favola, si butta in acqua. Non per finire, ma per nuotare felicemente tutta vestita di bianco.

Valutazione Pastorale

Si tratta di una storia di taglio prevalentemente drammatico ma con variazioni di tipo metaforico-poetico, che si svolge nelle periferie di Roma agli inizi degli anni Ottanta: problemi di ieri, ma anche problemi di oggi. Un primo merito del film é proprio quello di farci sentire poco la gabbia della cornice storica: la desolazione dei territori ai confini della grande città confina con la bellezza e la tranquillità delle prime zone di campagna in un contrasto tanto più forte quanto più lacerante. Olivia è al centro di questo piccolo mondo, è adolescente, ma nello stesso tempo deve far convivere dentro di sè l'infanzia negata, la pubertà vissuta male, l'età adulta che arriva prima del previsto. Percorsi forzati, tempi compressi, disperazioni cupe: la salvezza per Olivia sembra non avere volto. Non è quello del non-padre, che innesca la decisa ricerca di un'altra figura paterna. Il problema del disagio giovanile, così cresciuto in Italia negli anni, certe volte vissuto come moda e atteggiamento, diventa in questo caso disperato bisogno di affetto, di tracce di umanità, di gesti materni e calorosi. Film di ricerca, ma anche di fuga, di corsa verso la speranza. Dopo un avvio un po' faticoso, il racconto diventa la cronaca, tra realtà e favola, di una ribellione al vuoto della vita, ad un mondo che respinge, e la danza finale in acqua non è rinuncia ma catarsi. Non privo di qualche incongruenza, qua e là affrettato e ingenuo, il film si offre come un'opera prima gentile e coraggiosa, calata in colori vivi e aperta alla speranza, resa al meglio dall'interpretazione dolorosa e partecipata della protagonista nel ruolo di Olivia. Dal punto di vista pastorale, il film, affrontando in modo misurato e propositivo tematiche difficili, è da valutare come positivo, accettabile, senz'altro problematico e adatto a dibattiti. UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, e, forse più opportunamente, in occasioni mirate, come avvio di riflesione sui temi del disagio giovanile, del rapporto genitori-figli, del ruolo delle strutture sociali.

Le altre valutazioni

Sfoglia l'archivo
Ricerca Film - SerieTv
Ricerca Film - SerieTV