BREAKDOWN – LA TRAPPOLA

Valutazione
Accettabile-riserve, crudezze
Tematica
Genere
Drammatico
Regia
Jonathan Mostow
Durata
95'
Anno di uscita
1998
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
BREAKDOWN
Distribuzione
Filmauro
Soggetto e Sceneggiatura
Jonathan Mostow, Sam Montgomery Jonathan Mostow
Musiche
Basil Poledouris
Montaggio
Derek Brechin, Kevin Stitt

Sogg.: Jonathan Mostow - Scenegg.: Jonathan Mostow, Sam Montgomery - Fotogr.: (Scope/ a colori) Doug Milsome - Mus.: Basil Poledouris - Montagg.: Derek Brechin, Kevin Stitt- Dur.: 95' - Produz.: Martha De Laurentiis, Dino De Laurentiis

Interpreti e ruoli

Kurt Russell (Jeff Taylor), J. T. Walsh (Red Barr), Kathleen Quinlan (Amy Taylor), Jack Noseworthy (Billy), M.C. Gainey (Earl), Ritch Brinkley (Al), Rex Linn (sceriffo Boyd), Moira Harris, Kim Robillard, Thomas Kopache, Vincent Berry, Jack Mc Gee, Helen Duffy, Angel Coox

Soggetto

Jeff è in viaggio in macchina da Boston a San Diego in compagnia della moglie Amy. Mentre percorrono l'autostrada nel deserto del Sud-Ovest, la macchina si ferma per un guasto. La situazione è delicata, perché il luogo è isolato, lontano dal primo centro abitato. Dopo qualche tempo, arriva un grosso autorimorchio. Red, il conducente, si ferma e offre un passaggio alla coppia fino al più vicino posto di ristoro. Jeff però vuole restare a guardia della macchina e manda Amy da sola. Poco dopo Jeff riesce a far ripartire la macchina, raggiunge il luogo indicato da Red, chiede della moglie ma nessuno l'ha mai vista. Ansioso e nervoso, Jeff ad un certo punto ha il sospetto che tutti gli stiano mentendo. Si rimette allora per strada, incontra di nuovo Red, che nega di conoscerlo. Anche la polizia non crede alle insistenze di Jeff e vorrebbe arrestarlo per non fargli combinare danni. Jeff scappa e, da solo, comincia la ricerca della moglie. La trova infine prigioniera del camionista che agiva per conto di una banda che faceva sparire turisti e passanti. Dopo una sparatoria ed un inseguimento, sul ponte Jeff butta giù Red. Jeff e Amy sono soli, ma l'incubo è finito.

Valutazione Pastorale

il quadro di fondo della storia è tratteggiato con bel realismo: le lunghe strade americane spesso deserte sono uno scenario credibile dove i fatti raccontati possono senz'altro accadere. Restano i contenuti, le psicologie, i particolari di contorno. Il marito, intrappolato tra incubo e mistero, vive un cambiamento che lo porta ad agire in modo sbrigativo ed imprevedibile. Il film costruisce una storia dove azione e sfumature caratteriali si fondono in maniera giusta. Da un lato il ritmo stringato elimina le pause, dall'altro la risoluzione finale appare più come l'uscita da un tunnel che non la conclusione di una vendetta personale. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare positivamente, evidenziando riserve per alcune crudezze che punteggiano soprattutto la parte finale. Utilizzazione: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, con attenzione per la presenza di minori. In altre occasioni, può entrare in rassegne dedicate a quella sorta di genere "avventuroso-metaforico", ricreato da "Duel" di Spielberg.

Le altre valutazioni

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