BUGSY **

Valutazione
Discutibile, Crudo
Tematica
Genere
Drammatico
Regia
Barry Levinson
Durata
135'
Anno di uscita
1992
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
BUGSY
Distribuzione
Columbia Tri Star Films Italia
Soggetto e Sceneggiatura
James Toback ispirato al libro "We only kill each other, the life and bad times of Bugsy Siegel" di Dean Jenning
Musiche
Ennio Morricone
Montaggio
Stu Linder

Sogg.: ispirato al libro "We only kill each other, the life and bad times of Bugsy Siegel" di Dean Jenning - Scenegg.: James Toback - Fotogr.: (panoramica/a colori) Allen Daviau - Mus.: Ennio Morricone - Montagg.: Stu Linder - Dur.: 135' - Produz.: Mark Johnson, Barry Levinson, Warren Beatty

Interpreti e ruoli

Warren Beatty (Benjamin "Bugsy" Siegel), Annette Bening (Virginia Hill), Harvey Keitel (Mickey Cohen), Ben Kingsley (Meyer Lansky), Richard Sarafian (Jack Dragna), Joe Mantegna (George Raft), Bill Graham (Charlie Lucky Luciano), Elliott Gould, Wendy Phillips, Stefanie Mason, Kimberly Mc Cullough, Lewis Van Bergen, Giancarlo Scandiuzzi

Soggetto

lo psicopatico Benjamin "Bugsy" Siegel, un individuo senza scrupoli sposato con Esta e padre di due bambine, Millicent e Barbara, viene mandato a Los Angeles dai suoi soci Meyer Lansky e Charlie Lucky Luciano per conquidere il controllo del racket della West Coast. Qui, divenuto amico di George Raft, un divo del cinema, ha modo di conoscere l'attraente attrice Virginia Hill della quale s'innamora perdutamente. Bugsy e Virginia, che si prendono e si lasciano, si amano e si combattono, uniscono le loro forze per realizzare, nel deserto del Nevada, il Flamingo, un faraonico edificio per il giuoco d'azzardo. Dopo aver tolto il predominio su Los Angeles a Jack Dragna, con l'aiuto del goffo ma pericoloso Mickey Cohen, Siegel riesce a coinvolgere alcuni esponenti della malavita per finanziare la costruzione del Flamingo i cui costi sono continuamente in aumento. Ossessionato dai debiti ed abbandonato da Virginia, che nel frattempo si è impossessata di molto denaro, Benjamin ormai inviso a tutti i suoi soci viene assassinato da un sicario nella sua casa.

Valutazione Pastorale

il regista Barry Levinson ha un indubbio merito: non esalta il suo personaggio, non ne fa né un mito né un modello ma solamente traccia la biografia di uno psicopatico assillato dal sesso e dalla mania di grandezza. Questi alterna sentimenti affettuosi (i figli) ad ossessioni sessuali, per non parlare di veri e propri vaneggiamenti (già prima che gli Stati Uniti entrino nel conflitto mondiale l'uomo vorrebbe dichiarare la sua guerra personale contro i dittatori, Mussolini in primo luogo). Ottimista e vitalissimo nel suo spregiudicato modo di esistere, carico di debiti, Bugsy lascia un impero redditizio fondato sul gioco. Le note positive del film, sotto il profilo puramente spettacolare, risiedono nella ambientazione, nella fotografia, nel montaggio e nella interpretazione: Annette Bening (una affascinante Virginia Hill); Warren Beatty (uno psicopatico megalomane); Ben Kingsley (un ottimo Mayer Lansky); Harvey Keitel (l'ambiguo Cohen), Joe Mantegna nel ruolo di George Raft). Ennio Morricone è il responsabile della colonna sonora, che assicura una musica indovinata e tesa con il ricorso a canzoni d'epoca. Talune scene, soprattutto quelle imperniate sulla furia violenta di un Bugsy scatenato in eccessi, sono assai crude.

Le altre valutazioni

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