CARLITO’S WAY

Valutazione
Inaccettabile, violento
Tematica
Mafia, Male
Genere
Drammatico
Regia
Brian De Palma
Durata
141'
Anno di uscita
1993
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
CARLITO'S WAY
Distribuzione
Penta Distribuzione
Soggetto e Sceneggiatura
David Koepp tratto dai romanzi "Carlito's Way" e "After Hours" di Edwin Torres
Musiche
Patrick Doyle
Montaggio
Bill Pankow, Kristina Boden

Sogg.: tratto dai romanzi "Carlito's Way" e "After Hours" di Edwin Torres - Scenegg.: David Koepp - Fotogr.(scope/a colori): Stephen H.Burum - Mus.: Patrick Doyle - Montagg.: Bill Pankow, Kristina Boden - Dur.: 141' - Produz.: Martin Bregman, Willi Baer, Michael S. Bregman.

Interpreti e ruoli

Al Pacino (Carlito Brigante), Sean Penn (David Kleinfeld), Penelope Ann Miller (Gail), John Leguizamo (Benny Blanco), Ingrid Rogers (Steffie), Luis Guzman (Pachanga), Joseph Rebhorn (Norwalk), Frank Manucci (Tony Taglialucci), Viggo Mortensen, Adrian Pasdar, Paul Mazursky, Joseph Siravo, Jorge Porcel.

Soggetto

Condannato a trent'anni di carcere, Carlito Brigante, ex spacciatore portoricano, nel 1975 dopo cinque anni esce dalla galera grazie ad un cavillo procedurale del suo amico avvocato David Kleinfeld che ha impugnato le registrazioni che il procuratore Norwalk ha presentato come prove a carico. Appena tornato nel vecchio quartiere, Brigante accompagna un giovane cugino in un bar per l'acquisto di una partita di cocaina, ed incappa nell'agguato teso al ragazzo, che muore, mentre lui si allontana con 25.000 dollari. Con questo denaro entra in società con Saso, proprietario di un night, che ha urgenza di soldi per pagare dei debiti alla mafia. Carlito inizia a gestire il locale ed assume un amico portoricano, Pachanga, che lo aiuta ad estromettere dal night un giovane gangster, Benny Blanco, intenzionato a coinvolgere Brigante nel traffico della droga. La vista di una cliente che assomiglia alla sua ex fidanzata Gail, lo spinge alla ricerca di quest'ultima che trova alla scuola di danza dove ella insegna. Frattanto il boss mafioso Tony Taglialucci, in carcere, è furente con David, reo di essersi appropriato di un milione di dollari, destinato al figlio per corrompere un testimone. Minacciandolo di morte, Tony gli impone di usare la sua imbarcazione per raccoglierlo nel fiume una volta evaso. David chiede a Carlito di aiutarlo a far evadere Tony: pur riluttante, questi accetta. Gail, insospettita, supplica Carlito di non fare pazzie: il salvataggio di Tony si tramuta infatti nel duplice omicidio, ad opera di David, di costui e del figlio Frankie. Furente Carlito si considera sciolto da ogni impegno. Frattanto David viene accoltellato in ascensore dai sicari di Tony; Gail aspetta un figlio; Norwalk tenta di ricattare Carlito: o incastra David, che bracca da tempo, e se ne va alle Bahamas, o finisce dentro. Carlito va in ospedale e appura che David lo ha effettivamente tradito con Norwalk: gli toglie di nascosto i proiettili dalla pistola, in modo che quando si introduce nella stanza l'altro figlio di Tony, travestito da poliziotto, David, disarmato, venga ucciso. Carlito, convinta Gail ad attenderlo alla stazione, va a prendere il denaro al night: ma qui lo bracca la mafia. Fugge in strada da una botola, ma viene inseguito prima sulla metropolitana e poi alla stazione mentre il treno sta per partire: uccisi i rivali in un rocambolesco scontro a fuoco, sta per abbracciare Gail e salire sul treno, quando Blanco, avvisato da Pachanga, che lo ha tradito, lo ferisce mortalmente.

Valutazione Pastorale

Con questo film Brian De Palma riesce, sotto il profilo spettacolare, a creare una storia di grande suspense e di notevole spessore psicologico: Al Pacino si muove e recita con consumata misura, conferendo alla faccia di Carlito quella credibilità e quell'aria di cane randagio pronto a mordere ma bisognoso di carezze. A ciò si aggiunga un montaggio che, se avrebbe bisogno di qualche snellimento, scivola poi via fluido, per sfociare nella vertiginosa, magistrale sequenza finale, girata in tempo reale, dalla fuga di Carlito dal night alla sua drammatica fine. Grande cinema certo, ma associato ad una storia assai poco edificante: qui purtroppo non sembra che dal procuratore sadico all'avvocato tanto rampante quanto corrotto, si possa salvare qualcuno o qualcosa da questa carneficina di uomini e valori morali.

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