CHI LO SA?

Valutazione
Accettabile, brillante
Tematica
Cinema nel cinema, Letteratura, Teatro
Genere
Commedia
Regia
Jacques Rivette
Durata
154'
Anno di uscita
2002
Nazionalità
Francia, Germania, Italia
Titolo Originale
Va savoir
Distribuzione
Mikado Film
Musiche
"Senza fine" di Gino Paoli/Alex Wilder eseguita da Peggy Lee
Montaggio
Nicole Lubtchansky

Orig.: Francia/Italia/Germania (2001) - Sogg. e scenegg.: Christine Laurent, Pascal Bonitzer, Jacques Rivette - Fotogr.(Normale/a colori): William Lubtchansky - Mus.: "Senza fine" di Gino Paoli/Alex Wilder eseguita da Peggy Lee - Montagg.: Nicole Lubtchansky - Dur.: 154' - Produz.: Martine Marignac.

Interpreti e ruoli

Jeanne Balibar (Camille), Sergio Castellitto (Ugo), Marianne Basler (Sonia), Jacques Bonnaffé (Pierre), Hélène De Fougerolles (Dominique "Do"), Bruno Todeschini (Arthur), Catherine Rouvel (Madame Desprez), Claude Berri (Librarian), Valeria Cavalli (Ines)

Soggetto

In occasione di una tournée in Europa, una compagnia teatrale italiana arriva a Parigi per l'allestimento di "Come tu mi vuoi" di Pirandello. Unica attrice francese della compagnia é Camille, protagonista dello spettacolo e compagna di Ugo, il regista. Camille torna a Parigi dopo tre anni, da quando si era separata in modo brusco da Pierre, professore di filosofia, l'uomo con cui allora viveva. Camille vorrebbe rivederlo ma nello stesso tempo teme possibili turbamenti ed emozioni. Ugo, da parte sua, coltiva la speranza di trovare un manoscritto inedito di Goldoni e di annunciarne a tutti la scoperta. Mentre é impegnato nelle ricerche, conosce la giovane Dominique che lo attrae e lo intriga. Anche Camille infine incontra Pierre e tra i due di nuovo scatta qualcosa. Di fronte alle passioni che si svolgono sul palcoscenico, anche quelle della vita quotidiana trovano motivazioni più forti e la capacità di arrivare alla situazione più equilibrata.

Valutazione Pastorale

Oggi 74enne, tra i fondatori della 'nouvelle vague' (certo meno famoso rispetto a Truffaut, Godard, Chabrol), Jacques Rivette riesce ancora a concepire e costruire operazioni squisitamente letterarie senza cadere nelle trappole dell'intellettualismo o del formalismo. Circola naturalmente aria del 'Girotondo' di Schnitzler ( e della 'Ronde' di Ophuls) in questo rincorrersi e intrecciarsi di sentimenti e di passioni. Camille, Ugo, Pierre, Dominique: pedine di un gioco fatto di carte scoperte ma anche chiuse, di zone di luce e e di ombra, di sfumature difficili da cogliere. Mentre uomini e donne cercano di capirsi nella vita vera, altrettanto fanno in quella inventata. E il gioco ricomincia. Al posto dei nomi di persone, mettiamo quelli di teatro, cinema, cinema nel teatro, teatro nel cinema. Pirandellianamente, le maschere si danno il cambio in cerca di identità. Con la saggezza dell'età e della padronanza dei mezzi espressivi, Rivette fa calare sulle inquietudini esistenziali la volontà di non lasciarsi andare, e sorride con leggerezza, con affabilità, con umorismo e senza rimpianti. Concepito come uno spartito con molte tonalità, il film, dal punto di vista pastorale, è sincero e autentico, da valutare come accettabile, e nell'insieme brillante. UTILIZZAZIONE: il tono di film d'autore e la durata (153') ne consigliano l'utilizzazione in occasioni mirate, anche nell'ambito dei rapporti cinema/teatro/letteratura.

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