CHIAMAMI SALOMÈ

Valutazione
Discutibile, scabrosità
Tematica
Danza, Famiglia, Mafia, Potere, Teatro
Genere
Drammatico
Regia
Claudio Sestieri
Durata
91'
Anno di uscita
2008
Nazionalità
Italia
Distribuzione
Mediaplex
Soggetto e Sceneggiatura
Claudio Sestieri Claudio Sestieri ispirato al dramma teatrale "Salomè" di Oscar Wilde
Musiche
Luigi Giuliano Ceccarelli
Montaggio
Claudio Di Mauro

Orig.: Italia (2005) - Sogg.: Claudio Sestieri ispirato al dramma teatrale "Salomè" di Oscar Wilde - Scenegg.: Claudio Sestieri - Fotogr.(Panoramica/a colori): Marco Onorato - Mus.: Luigi Giuliano Ceccarelli - Montagg.: Claudio Di Mauro - Dur.: 91' - Produz.: Pietro Innocenti.

Interpreti e ruoli

Ernesto Mahieux . (Erode), Carolina Felline (Salomé), Caterina Vertova (Erodiade), Elio Germano (Giovanni il profeta), Gilberto Idonea (Tigellino), Genti Kame (Sirio), Riccardo Cicogna . (body guard)

Soggetto

All'interno di una grande fabbrica abbandonata, Erode, boss napoletano, organizza una sontuosa festa in onore di alcuni capi mafia giunti dall'America. In un angolo, imprigionato, giace Giovanni detto il profeta, rapito anni prima da Erode e ora da lui tenuto dietro le sbarre come una sorta di prezioso portafortuna personale. Al culmine della festa Erode chiede alla figliastra Salomé, figlia di Erodiade già moglie di suo fratello, di danzare solo per lui, pronto ad esaudire qualunque desiderio vorrà esprimere. Salomè accetta e, alla fine, fa la sua richiesta: vuole la testa di Giovanni. Erode cerca di farle cambiare idea ma inutilmente. Salomè ottiene la testa che voleva.

Valutazione Pastorale

Forse l'originario dramma teatrale di Oscar Wilde ha perso oggi un po' dell'aspetto provocatorio e 'scandaloso' che ebbe nei teatri della Londra vittoriana di fine Ottocento. Una attualizzazione quindi non é del tutto fuori luogo per evidenziarne quei passaggi che invece risultano materia ancora densa e palpitante. Nel chiuso di quei capannoni abbandonati spira un'aria mefitica da mondo corrotto e in putrefazione; vanno in scena scontri tra uomini e donne che sfidano le regole della vita civile e non accettano di restarne schiacciati. Certo a prevalere é un gusto formale fin troppo accentuato, tra calligrafia sopra le righe e decadentismo compiaciuto. Le convincenti prestazioni degli attori danno vigore ad alcuni momenti, e restituiscono bene la possibile congiunzione tra cinema e teatro. Tra alti e bassi, il film, dal punto di vista pastorale, é da valutare come discutibile, e non privo di scabrosità.

Utilizzazione

più che nella programmazione ordinaria, il film si indirizza a occasioni mirate per poter meglio riflettere sulle suggestioni proposte, nella secca descrizione del mondo malavitoso e nell'ambito del rapporto cinema/teatro. Il film é da riservare ad un pubblico adulto. Attenzione é da tenere per minori e piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.

Le altre valutazioni

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