CITY OF GHOSTS

Valutazione
Inconsistente, crudezze
Tematica
Avidità, Cinema nel cinema, Denaro
Genere
Noir
Regia
Matt Dillon
Durata
116'
Anno di uscita
2003
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
City of ghosts
Distribuzione
Fandango
Musiche
Tyler Bates
Montaggio
Howard E.Smith

Orig.: Stati Uniti (2002) - Sogg. e scenegg.: Matt Dillon e Barry Gifford - Fotogr.(Normale/a colori): Jim Denault - Mus.: Tyler Bates - Montagg.: Howard E.Smith - Dur.: 116' - Produz.: Willi Baer, Deepak Nayar.

Interpreti e ruoli

Matt Dillon (Jimmy), James Caan (Marvin), Natascha McElhone (Sofie), Stellan Skarsgard (Casper), Gerard Depardieu (Emile), Sereyvuth Kem . (Sok)

Soggetto

Alla ricerca di Marvin, suo datore di lavoro e forse qualcosa di più, Jimmy arriva nel sud est asiatico. In Thailandia prima, e poi in Cambogia. Qui, preso alloggio in un sordido albergo di Pnom Pehn gestito da un grasso francese, Jimmy comincia la caccia, che ha anche come obiettivo il recupero di quella parte di denaro che gli spetta dopo la truffa operata dalla falsa compagnia di assicurazioni di Marvin. L'operazione si rivela più difficile del previsto. Jimmy pensa di trovare aiuto in Casper, uomo di fiducia sul posto, ma niente è come sembra e ben presto uno strano individuo gli ruba il passaporto. Quando ricompare, Marvin dice a Jimmy che è intenzionato a costruire un grande casinò nella zona, un affare dal guadagno sicuro. La posta in gioco però, tra sicari americani, gangster locali e mafia russa, é troppo alta. Casper, che aveva tradito, viene ucciso; un generale cambogiano spara a Marvin, Jimmy reagisce e uccide il generale. Marvin ferito, muore dopo aver fatto capire a Jimmy di essere suo padre. Jimmy ora vuole lasciarsi tutto alle spalle. Così parte e raggiunge Sofie, un'archeologa conosciuta all'albergo.

Valutazione Pastorale

Si tratta di un 'noir' che Matt Dillon, esordiente dietro la m.d.p. e attore protagonista, confeziona avendo in mente precisi punti di riferimento: tutta quella fascia di cinema americano tra anni '50 e '60 imperniata su "luoghi perduti, personaggi in disfacimento, occasioni mancate". In Cambogia, tra caldo soffocante e alberghi screpolati senza aria condizionata, le colpe arrivano alla resa dei conti e il delitto non paga. Narrativamente, il Dillon regista è sciolto e scorrevole, e si fa seguire. Il copione purtroppo è pieno di luoghi comuni, di stereotipi e incongruenze, il Dillon attore non è Robert Mitchum, James Caan non è Humphrey Bogart, e il personaggio femminile rasenta l'inutilità. Alla fine resta ben poco. E, dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come inconsistente, e segnato tuttavia da frequenti crudezze. UTILIZZAZIONE: in considerazione del suo modesto livello, l'utilizzazione del film può essere trascurata. Attenzione per i minori in previsione di passaggi televisivi.

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