CRIMINI INVISIBILI

Valutazione
Accettabile-riserve, Complesso, dibattiti**
Tematica
Male, Metafore del nostro tempo, Nuove tecnologie
Genere
Apologo
Regia
Wim Wenders
Durata
122'
Anno di uscita
1998
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
THE END OF VIOLENCE
Distribuzione
Cecchi Gori Distribuzione
Soggetto e Sceneggiatura
Nicholas Klein Nicholas Klein, Win Wenders
Musiche
Ry Cooder
Montaggio
Peter Przygodda

Sogg.: Nicholas Klein, Win Wenders - Scenegg.: Nicholas Klein - Fotogr.: (Scope/a colori) Pascal Rabaud - Mus.: Ry Cooder - Montagg.: Peter Przygodda - Dur.: 122' -Produz.: Deepak Nayar, Wim Wenders, Nicholas Klein

Interpreti e ruoli

Bill Pullman (Mike Max), Gabriel Byrne (Ray Bering), Andie Mac Dowell (Paige Stockard), Traci Lind (Cat), Daniel Benzali (Bruce Phelps), K.Tood Freeman (Six), Loren Dean (Doc Block), Sam Fuller, Marisol Padilla Sanchez, Nicole Parker, Richard Cummings, Pruitt Taylor Vince, Rosalind Chao, Marshall Bell

Soggetto

Due uomini vengono assoldati per rapire Mike Max, un produttore cinetelevisivo che ha costruito la propria carriera su soggetti carichi di violen-za. Il rapimento riesce ma il giorno dopo i due esecutori vengono trovati deca-pitati. Incaricato del caso, l’ispettore Doc Block si trova di fronte a molti indizi all’inizio confusi ma che, dopo un’attenta analisi, finiscono per ricomporsi e suggerire una spiegazione forse plausibile: Mike è stato rapito ma in realtà è riuscito a liberarsi ed ha tagliato la testa ai suoi rapitori. Dall’alto del laborato-rio segreto installato all’interno del Griffith Park Observatory, Ray Bering, ex scienziato della Nasa, ha assistito ad alcune fasi del crimine. Ray, che vive nel laboratorio insieme al vecchio padre e ad una domestica messicana, sta metten-do a punto un sistema che punta a controllare e a mettere fine alla violenza dilagante in tutti gli strati della società. Quando l’ispettore Doc cerca di parlare con Ray, quest’ultimo viene ucciso, perché stava venendo meno al compito assegnatogli. La sua domestica si sente allora sollevata dall’incarico che, di nascosto, esercitava nel laboratorio per conto dell’FBI. Mike torna a casa, trova la moglie Paige che, nel frattempo, si era sostituita a lui a capo dell’azienda. Adesso Paige punta la pistola alla testa del marito per obbligarlo a firmare l’accordo definitivo di cessione. Mike si rassegna, poi guardando lontano, dice fuori campo: ‘ora vedo i cinesi e spero che i cinesi vedano me’.

Valutazione Pastorale

da qualche tempo il regista tedesco Wim Wenders ha iniziato un preciso percorso contenutistico sui guai provocati dal disinvolto uso che della violenza si fa attraverso l’immagine. L’accusa è rivolta soprattutto contro il cinema americano, dove gli effetti speciali sono pensati e proposti sempre di più in funzione di uno sbalordimento dello spettatore, indifeso di fronte all’eccesso di situazioni forti e scioccanti. A questo si accompagna una riflessione sull’uso delle nuove tecnologie, di fronte alle quali non ci si può nascondere e che pure richiedono grande discrezione nell’utilizzo, soprattutto al servizio degli altri e della collettività. In sostanza, in questo film Wenders indaga sugli scenari del Duemila ormai alle porte: il terrore della violenza, la paura della modernità, il discorso sul male impercettibile. Il tutto attraverso una storia che diventa un apologo, un invito morale ad una scelta etica di costume e di abitudini. Si tratta di sconfiggere uno stato d’animo, di recuperare dal di dentro la capacità di incidere sulla coscienza di un mondo malato ma in grado di recuperare dignità. Certo la vicenda farraginosa e complicata rende i significati di non immediata lettura. Wenders usa uno stile quasi a cerchi concentrici, ma la denuncia è vigorosa, l’ansia civile dell’autore molto sincera, il suo richiamo ai valori interiori dell’individuo convincente. Evidenziata quindi qualche riserva per situazioni non ben controllate, il film, dal punto di vista pastorale, va accolto positivamente nella sua complessità e suggerito per opportuni dibattiti. Utilizzazione: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, con attenzione per la presenza dei minori. La sua densità e complessità lo consigliano però più per occasioni ristrette, dove sia possibile riflettere adeguatamente sulle numerose suggestioni che la storia propone.

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