DI GIORNO E DI NOTTE

Valutazione
Inaccettabile, Squallido
Tematica
Omosessualità
Genere
Commedia
Regia
Gabriel Aghion
Durata
102'
Anno di uscita
1997
Nazionalità
Francia
Titolo Originale
PEDALE DOUCE
Distribuzione
U.I.P.
Soggetto e Sceneggiatura
Gabriel Aghion
Musiche
Philippe Chopin, Hervè Masini
Montaggio
Luc Barnier

Sogg. e Scenegg.: Gabriel Aghion -Fotogr.: (Normale/a colori) Fabio Conversi - Mus.: Philippe Chopin, Hervè Masini - Montagg.: Luc Barnier - Dur.: 102' - Coproduz.: Mog Produc-tions - T.F. 1 Films Productions - Tentative D'Evasion

Interpreti e ruoli

Fanny Ardant (Eva), Patrick Timsit (Adrien), Richard Berry (Alexandre), Michèle Laroque (Marie), Jacques Gamblin (Andrè), Boris Ter-ral (Cyril), Axelle Abbadie (Claire), Christian (Bujeau), Facundo Bo, Yan Duffas

Soggetto

In un grande istituto bancario parigino, Adrien e Andrè lavorano con grande serietà e profitto. Impeccabili uomini d'affari di giorno, di notte sfogano la loro indole di omosessuali sopratutto nel locale per gay gestito da Eva, donna decisa e indipendente. Ad una cena dal banchiere Alexandre, Adrien presenta Eva come sua moglie, ma Alexandre ne rimane colpito, va a cercarla nel suo locale e qui scopre la vera natura di quelli che sono diventati due suoi collaboratori fissi. Intanto Marie, moglie di Alexandre, pensa che il marito sia un gay, Eva si innamora di Alexandre ma poi capisce che lui non può essere l'uomo giusto. Dopo un litigio, lui parte e lei si accorge di essere incinta. Marie nel frattempo ha cercato di avere rapporti con i due omoses-suali, senza successo; Adrien convince Eva a non abortire e si offre di essere il padre del figlio. In chiesa, il giorno del battesimo del neonato, tutti si ritro-vano con situazioni diverse, confuse, non più identificabili.

Valutazione Pastorale

La commedia vorrebbe proporsi come brillante e divertente, guardando con ironia e disincanto a situazioni difficili e delicate. In realtà quello che viene fuori è un ritratto negativo e inaccettabile di una società totalmente livellata e indifferente, dove tutti giocano con tutto, non esistono più segnali di qualità, gioia e dolore, delusione e soddisfazione, odio e amore viaggiano sull'unico binario del falso perbenismo, della tragressione che diventa norma stantia e snobistica, dell'annullamento dei concetti di famiglia, paternità, nascita, religione. Dal punto di vista pastorale, il film si presenta in maniera così pretenziosa e sfrontata da farsi respingere, anche in quei momenti in cui avrebbe potuto strappare qualche sorriso. Utilizzazione: L'utilizzazione è da escludere del tutto per quanto riguarda la programmazione ordinaria. Anche in altri contesti (riflessione sul rapporto tra omosessuali e società, mondo del lavoro, famiglia...), e pur in presenza di interventi esplicativi o di confronto di idee, il ricorso al film sembra decisa-mente da sconsigliare.

Le altre valutazioni

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