DIARIO PER I MIEI AMORI

Valutazione
Accettabile-riserve, Realistico
Tematica
Politica-Società
Genere
Drammatico
Regia
Marta Meszaros
Durata
141'
Anno di uscita
1993
Nazionalità
Ungheria
Titolo Originale
NAPLO SZERELMEIMNEK
Distribuzione
Istituto Luce
Soggetto e Sceneggiatura
Marta Meszaros
Musiche
Zsolt Dome
Montaggio
Eva Karmento

Sogg. e Scenegg.: Marta Meszaros - Fotogr.: (normale/a colori) Nyika Jancso - Mus.: Zsolt Dome - Montagg.: Eva Karmento - Dur.: 141' - Produz.: Studio Budapest, Hungarofilm

Interpreti e ruoli

Zsuzsa Czinkoczi (Juli), Anna Polony (Magda), Jan Nowicki (Janos), Erzsebet Kutvolgyi (Erzsi), Adel Kovats (Natasha), Pal Zolnay, Mari Szemes

Soggetto

Venuta a conoscenza della storia relativa alla scappata di Juli, la fabbrica in cui essa lavora la licenzia. Grazie alla propria influenza, Magda (diventata colonnello) riesce ancora a proteggere la irrequieta ragazza, la induce a presentarsi alla selezione presso l'Università in cui si tengono corsi di regia cinematografica, e qui Juli consegue una borsa per Mosca (e là entrerà sia pure con una bugia ed un piccolo escamotage burocratico). La ragazza, che spesso fa la spola con Budapest, è ben valutata dall'attrice Anna Pavlovna, che è docente di recitazione e che, messa a parte deldolore e dei ricordi della sua allieva, riesce a farle ritrovare la casa ed il cortile dove fu bambina. È un primo brandello di certezza che viene ad illuminare speranze mai perdute. Una volta che si trova in permesso in Patria, Juli va a visitare l'amico Audras, messo al confino in un paesello in quanto familiare di un carcerato. Poi gli eventi si succedono e si intrecciano: in Unione Sovietica la morte e i funerali di Stalin, in Ungheria i metodi ancora stalinisti e lo strapotere di Rakosi, l'arrivo dei carri armati inviati da Mosca per reprimere i tentativi di rivolta, come pure gli esami superati con successo dalla magiara per la sospirata carriera di regista, la liberazione di Janos (sia pure a seguito di una sua delazione, che costerà la vita ad un compagno innocente), la morte e solenni esequie del vecchio nonno (eroe di tempi ormai in via di mutamento): con alle spalle una Magda sempre in sella anche nella tempesta, ora destinata dal partito ad alti impegni politici nel campo culturale. Ma Juli con la donna non cederà mai sulla questione dell'adozione. Un giorno, chiamata in ufficio, la ragazza apprende che il padre tanto amato è stato riabilitato. Ma egli è morto e non si sa – o non si vuole dirle – neppure quando, né dove egli è stato sepolto. Ripartita per Mosca per concludere i corsi, Juli è poi bloccata là: è il 1956 e, per l'intervento sovietico in Ungheria, la frontiera è chiusa e ai borsisti è vietato di partire.

Valutazione Pastorale

La regista ungherese Marta Meszaros ha realizzato in forma di trilogia ben tre film: Diario per i miei figli – Diario per i miei amori – Diario per mio padre e mia madre. 360 minuti che concernono fatti nella cornice di un ventennio di vita moscovita e magiare sotto lo strapotere comunista. Con tutto il dovuto rispetto per quelle dolorose vicende e pur tenendo conto dell'accavallarsi di eventi storicamente innegabili, non si può non rilevare che in un solo film di due ore tutto poteva essere più validamente e stringatamente espresso. Vi sono accadimenti di immediata presa, ma anche molte reiterazioni. Ai copiosi inserti documentaristici si alternano episodi di minore interesse, momenti insistiti e perfino ingenuità narrative. La Storia conserva il suo interesse, gli orrori, le persecuzioni e la malvagità hanno il loro peso, ma la tegraggine finisce con lo stancare. Il plumbeo non rende mai e non sempre la essenzialità del racconto ne esce salvaguardata. Un problema non secondario, anche dal punto di vista puramente cinematografico, è dato dai ricordi infantili della protagonsita: sono pochi flash-back, che nella memoria e nel diario filmato di Juli riaffiorano con eccessiva insistenza, ovviamente sempre uguali e finiscono anch'essi con il manifestarsi fragili e pallidi, con un impatto psicologico più che modesto. Non si può negare che l'angoscia dell'atmosfera non sia rispettata: sono i vari rapporti familiari che appaiono trascinarsi stancamente, anche se all'inizio quello Magda-Juli (la questione dell'adozione) appariva come il più promettente. Alcuni dettagli sono o ripetitivi, o inutili. Dei tre film – girati in tempi diversi – solo il primo è in bianco e nero e, quanto a suggestione e realizzazione, risulta il più autentico, anche dal punto di vista formale. Buona è la descrizione ambientale ma, nonostante la lunghissima vicenda narrata, questa trilogia, pure ricca di passione politica, di furori, torture, vendette e paure, non offre mai – con la eccezione di una Messa natalizia – lampi di valori spirituali. Il solo personaggio più inciso che disegnato è quello di Magda. Non è per pregiudizio o cattiveria, ma bisogna pure aggiungere che la giovane interprete di Juli né per doti fisiche, né per spiccate qualità espressive appare l'ideale per le prestazioni che il ruolo richiedeva.

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