DOVE AL SOLE FA FREDDO *

Valutazione
Accettabile, Realistico
Tematica
Genere
Drammatico
Regia
Bogdan Dumitrescu
Durata
91'
Anno di uscita
1993
Nazionalità
Romania
Titolo Originale
UNDE LA SOARE E ERIG
Distribuzione
Mikado Film
Soggetto e Sceneggiatura
Bogdan Dumitrescu Bogdan Dumitrescu
Musiche
Adrian Enescu
Montaggio
Adina Enescu

Sogg.: Bogdan Dumitrescu - Scenegg.: Bogdan Dumitrescu - Fotogr.: (panoramica/b.n.) Doru Mitran - Mus.: Adrian Enescu - Montagg.: Adina Enescu - Dur.: 91' - Produz.: Filmex Romania - B. Dreyer Produktion, Germania

Interpreti e ruoli

Dana Pellea (la donna), Gheorghe Visu (il guardiano), George Negoescu, Simona Maicanescu, Dana Joachim, Costantin Draganescu, Adrian Vilcu

Soggetto

una giovane donna abbandonata dal suo uomo sulle rive romene del Mar Nero, dopo aver ottenuto un passaggio per Costanza, scesa a rinfrescarsi in una fattoria attigua ad un faro, viene lasciata a terra. Ma il guardiano, un giovane assai cortese, la ospita per la notte. A poco a poco la scorza di insofferenza, frustrazione e malumore della donna sembra sciogliersi di fronte al comportamento amichevole e corretto dell'uomo, che le illustra il faro e il suo funzionamento, le narra della pericolosità della costa, le mostra curiosità come un vecchio bunker inclinato dove si realizzano divertenti illusioni ottiche e la conduce a visitare un vecchio relitto arenato nei pressi, facendole conoscere un vecchio e simpatico pescatore che presta loro la barca. Sul relitto l'uomo teme di avere perduto la donna, ma la ritrova. Quando l'uomo di lei passa per chiedere informazioni, il guardiano é vago. Ne parla però alla donna, e si rende conto che deve condurla in città. Riparata la gomma della vecchia moto i due arrivano a Costanza. Là la giovane ha un chiarimento con il suo uomo che le dice che l'aspetterà fino all'indomani. Frattanto il guardiano e la donna, sorpresi da un'acquazzone, trovano riparo in un appartamento prestato alla giovane da un'amica, e vi passano la notte. Al mattino il guardiano esce per comprare la colazione, ma non raccapezzandosi tra palazzi tutti eguali e ignorando numero dell'appartamento e nome della donna non riesce più a rintracciarla.

Valutazione Pastorale

girato in un suggestivo bianco e nero con mezzi assai modesti, il film esordisce assai bene, disegnando con finezza il contrasto tra la spigolosa ritrosia della donna e la disponibilità e la gentilezza dell'uomo. Significativo l'episodio dei delfini che sembrano lottare o accoppiarsi, narrato da lui a lei sulla spiaggia, mentre si tratta di un salvataggio da un suicidio. E la donna sembra in effetti come prigioniera della sua ipocondria, che contrasta con l'ambiente semplice che circonda la vita di lui: il tranquillo grufolare dei porci nel cortile; la luce del faro che orbita sulla sua torre; gli sterminati campi di grano; la ruspa che sbanca la costiera in distanza; il relitto che poggia immoto sul fondo. Tutto é celebrato fino a che i due non si trasferiscono in città: qui il regista, evidentemente condizionato dal finale, passa bruscamente dal film di connotazione psicologico-descrittiva, alla commedia sentimentale con fondo ironico, genere nel quale non sembra aver trovato ancora cifre espressive convincenti. Inizio assai buono quindi, con un ben dosato crescendo dei sentimenti dei due, ma finale assai stridente con quanto precedentemente visto, tanto da risultare implausibile, o quanto meno posticcio. Il film é condotto con una sobrietà di immagini e di linguaggio che lo rendono pienamente accettabile sotto il profilo pastorale.

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