DUE COME NOI, NON DEI MIGLIORI

Valutazione
Accettabile-riserve, complesso
Tematica
Donna, Psicologia, Rapporto tra culture
Genere
Drammatico
Regia
Stefano Grossi
Durata
109'
Anno di uscita
2000
Nazionalità
Italia
Distribuzione
Istituto Luce
Soggetto e Sceneggiatura
Stefano Grossi Stefano Grossi, Tiziana Colusso, Daria Deflorian
Musiche
Francesco De Luca, Alessandro Forti
Montaggio
Graziana Quintalti

Italia (1998) - Sogg.: Stefano Grossi, Tiziana Colusso, Daria Deflorian - Scenegg.: Stefano Grossi - Fotogr.(Scope/a colori): Marcello Montarsi - Mus.: Francesco De Luca, Alessandro Forti - Montagg.: Graziana Quintalti - Dur.: 109' - Produz.: Laura Cafiero.

Interpreti e ruoli

Stefania Orsola Garello (Ivana), Marcello Sambati (Yusuf), Adel Bakri (Ahmed), Simona Caramelli (Lea), Stefano Abbati (il maresciallo), Nisrine Hassak (Saida), Khadi Ja Lahman (Mouna), Gemma Marigliani (Rosa), Mario Patanè. (il barista), Giorgio Podo (Cristiano)

Soggetto

PRIMO EPISODIO. Yusuf, che in Tunisia era operaio in un fabbrica di vetro, vive ora a Roma e ha trovato lavoro come lavapiatti. A casa sono rimaste la moglie e una figlia piccola. Il giorno in cui guadagna il primo stipendio, viene aggredito alla posta da un tossicodipendente polacco, lo rincorre, inciampa, si infortuna. Ivana, giovane insegnante, lo soccorre e lo conduce al commissariato. Qui ben presto capisce che sarà impossibile recuperare i soldi. Ritira allora la denuncia contro il polacco, nel frattempo fermato, e va via con la ragazza. Ivana gli offre come regalo uno specchietto di forma ottagonale, e lui, in cambio, le dà una clessidra. Yusuf torna al ristorante ma il suo lavoro non c'é più. Seduto lungo il fiume, Yusuf pensa alla sua bambina che gli ha scritto una lettera in forma di favola e le risponde con lo specchietto appena ricevuto. SECONDO EPISODIO. Sono passati sei mesi e Ivana ha smesso di insegnare. Ora traduce testi di qualunque genere. E' chiusa in se stessa, esce il minimo indispensabile, riceve telefonate che ascolta senza rispondere, tra cui quelle insistenti di un uomo che pronuncia frasi oscene. Arriva l'amica Lea, le ripulisce il giardino, cena con lei, ma la sera va via senza che molto sia cambiato. Ivana si rimette al computer, il telefono squilla di nuovo, è la solita voce. Questa volta la ragazza risponde, leggendo alcuni versi di Emily Dickinson, poi aggiunge di non chiamarla più. Quindi prende una mela, la lancia e la rilancia in aria.

Valutazione Pastorale

Il titolo riprende, con una piccola modifica, un verso di Eugenio Montale, che dice: "E' uno come noi, non dei migliori". Qui da uno si passa a due: due facce, forse, della stessa medaglia, quella della solitudine e del disamore contemporanei. Due aspetti della vita di oggi. Il primo, la condizione degli immigrati. Yusuf sperimenta a proprie spese il degrado della vita sociale, la disperazione che porta uno straniero a rubare all'altro, anche senza accorgersene. Tanti motivi frenano l'integrazione degli extracomunitari in Italia, ma qui l'accento è posto sulla malinconia, sul dispiacere, sul ricordo, più che sulla denuncia sociale. Yusuf rimane solo, come sola é Ivana, anzi isolata, appartata, incapace di comunicare. Non si dicono chiaramente i motivi, non si sa perchè, si assiste solo alle difficoltà della ragazza di aprirsi, di entrare in relazione con gli altri. Film sul disagio e sulla necessità di una solidarietà che nasca da un maggior arricchimento della vita quotidiana. Film però lento, per lunghi tratti affidato a inquadrature fisse che vorrebbero forse fotografare con più incisività l'isolamento esistenziale soprattutto di Ivana e invece rallentano il flusso delle emozioni, raggelano il dolore, codificano l'angoscia in una geometria troppo distaccata. Se insomma il primo episodio rivela venature poetiche, il secondo appare meno spontaneo, troppo precostituito e poco chiaro. Carenze nel racconto e pause nel ritratto psicologico fanno scendere un po' la tensione e riducono i modi di coinvolgimento. Dal punto di vista pastorale, segnalate riserve per i passaggi più irrisolti che creano un certo disorientamento, il film é comunque da valutare positivamente: l'accostamento solitudine/solidarietà è efficace e la materia trattata è complessa. UTILIZZAZIONE: il taglio narrativo assai faticoso induce ad indirizzare il film per proposte mirate, per utilizzare al meglio i temi attuali che suggerisce.

Le altre valutazioni

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