DUE FAMIGLIE PER LEON

Valutazione
Discutibile, ambiguità
Tematica
Biogenetica, Famiglia
Genere
Grottesco
Regia
Gary Sinyor, Jean Vadim
Durata
98'
Anno di uscita
1997
Nazionalità
Gran Bretagna
Titolo Originale
LEON THE PIG FARMER
Distribuzione
Columbia Tristar film Italia
Soggetto e Sceneggiatura
Gary Sinyor, Michael NormandGary Sinyor, Michael Normand
Musiche
John Murphy, David Hughes
Montaggio
Ewa J.Lind

Sogg e Scenegg.: Gary Sinyor, Michael Normand - Fotogr.: (Normale/a colori) Gordon Hickie -Mus.: John Murphy, David Hughes - Montagg.: Ewa J.Lind - Dur.: 98' -Produz.: Gary Sinyor, Jean Vadim

Interpreti e ruoli

Mark Frankel (Leon Geller), Janet Suzman (Judith Geller), Brian Glover (Brian Chadwick), Connie Booth (Yvonne Chadwick), David De Keyser (Sidney Geller), Maryam D’Abo (Madeleine), Gina Bellman (Lisa), John Woodvine, Thelma Ruby, Neil Mullarkey, Bernard Bresslaw, Jean Anderson, Annette Crosbie, Burt Kwouk, Sean Pertwee

Soggetto

A Londra Leon Geller, giovane ebreo, lavora in una agenzia immobiliare e, quando gli viene chiesto di trasformare uno dei più antichi palazzi di Inghilterra in una sala giochi, rifiuta e si licenzia. Viene allora assunto nella ditta di catering di sua madre e cosi, per una coincidenza, sco-pre un giorno di essere il prodotto di una inseminazione artificiale. Insospet-tito, decide di sottoporsi ad un test per verificare il proprio stato ormonale. I risultati sono buoni, ma gli viene anche comunicato che, a causa di uno scambio di provette, lui non figlio di Sidney Geller ma di Brian, un uomo che vive nello Yorkshire. Sconvolto dalla notizia, Leon lascia tutto e parte alla ricerca del suo vero padre. Scoperto che si tratta di un allevatore dei maiali, viene accolto con calore nella nuova famiglia, anche questa di reli-gione ebraica. Dopo un periodo di incertezza, Leon comincia ad adattarsi e riesce ad allevare il primo maiale “kosher” al mondo. Ormai immedesimato-si con i nuovi parenti, Leon decide di fare l’allevatore e, preso coraggio, riesce a baciare Lisa, che aveva dichiarato di volere solo uomini con molta esperienza.

Valutazione Pastorale

si tratta di una commedia grottesca che cerca di met-tere insieme i temi della manipolazione genetica e della cultura ebraica in un contesto solitamente poco utilizzato come quello delle campagne inglesi. Il film nasce con la logica precisa e calibrata di creare un qualche parallelismo tra il maiale-mostro che viene costruito, e i mostri che certe società costrui-scono e additano agli altri come pericolo da evitare. Film quindi per qualche aspetto non esente da venature polemiche, sia contro una parte della società inglese meno sensibile sia contro la figura di Cristo, qua e là trattata con una punta di cattiveria. Alla fine l’ironia si risolve in uno humour britannico di dubbio gusto, chiuso in riferimenti non sempre facili da recepire e in un rac-conto che non brilla per freschezza di narrazione. Dal punto di vista pastora-le, non mancano quindi le ambiguità, che rendono il film discutibile. Utilizzazione: come si è detto, in qualche momento il film è arguto, più spesso nell’insieme è lento e poco coinvolgente: tutti motivi che ne suggeri-scono una utilizzazione in contesti mirati, per riflettere sugli agomenti che propone ( società inglese ed ebraismo, manipolazione genetica, ruolo della vera e della falsa famiglia...)

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