ET IN TERRA PAX

Valutazione
Complesso, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Amicizia, Droga, Famiglia, Giovani, Lavoro, Male, Povertà-Emarginazione
Genere
Drammatico
Regia
Matteo Botrugno
Durata
89'
Anno di uscita
2011
Nazionalità
Italia
Distribuzione
Cinecittà Luce
Soggetto e Sceneggiatura
Matteo Botrugno, Daniele Coluccini, Andrea Esposito Matteo Botrugno
Musiche
brano vari di musica classica
Montaggio
Mario Marrone

Orig.: Italia (2010) - Sogg.: Matteo Botrugno - Scenegg.: Matteo Botrugno, Daniele Coluccini, Andrea Esposito - Fotogr.(Panoramica/a colori): Davide Manca - Mus.: brano vari di musica classica - Montagg.: Mario Marrone - Dur.: 89' - Produz.: Gianluca Arcopinto, Daniele Isola per KimeraFilm, Settembrini Film in collaboarzione con Redigital.

Interpreti e ruoli

Maurizio Tesei (Marco), Ughetta D'Onorascenzo (Sonia), Michele Botrugno (Faustino), Fabio Gomiero (Federico), Germano Gentile (Massimo 'Nigger'), Simone Crisari (Glauco), Riccardo Flammini (Mauro), Paolo Perinelli (Sergio), Paola Marchetti (nonna Sonia), Alessandra Sani (Sabrina), Sandra Conti . (Roberta)

Soggetto

Dopo cinque anni di carcere, Marco fa ritorno a Roma, quartiere Corviale. Abbandonato dalla famiglia, ben presto si lascia convincere dai suoi ex compagni Glauco e Mauro a riprendere a spacciare. Sonia, studentessa universitaria, trova lavoro nel bar bisca di Sergio, conosce Marco e cerca di essergli amico. Faustino, Massimo e Federico sono tre amici, insieme cercano il modo per trascorrere la giornata. Un motorino scambiato per un po' di cocaina, uno screzio tra loro, Sonia che si trova a passare in un corridoio del palazzo e a reagire alle pesanti parole di uno dei ragazzi: tutto succede in un momento, e la violenza sessuale scatta immediata. Gli amici di Marco vogliono organizzare la vendetta. E' invece Marco stesso, appena saputi i nomi, a farsi avanti e eliminare con la pistola i tre stupratori.

Valutazione Pastorale

I due registi sono nati a Roma nel 1981. Precisano: " 'Et in terra pax' non è un film sul disagio della periferia romana, o per lo meno lo è solo in parte. Abbiamo scelto di soffermarci sulla psicologia dei personaggi più che sul degrado, sulla disperata ricerca di una direzione da seguire più che sulle ragioni sociali dell'emarginazione. La borgata è il teatro di vicende in cui divengono lampanti da una parte le contraddizioni dell'essere umano e, dall'altra, i rabbiosi istinti di sopravvivenza e la volontà di riscatto. (...)". In quanto laureati in Storia e critica del cinema, sanno bene che il riferimento a "Accattone" (1961) incisiva opera prima di Pier Paolo Pasolini, è immediato e inevitabile. Ad avvalorarlo c'è anche la scelta formale di una colonna sonora tutta ispirata a brani di musica classica, e al conseguente disegno di una drammaturgia che cerca di guardare fuori dalla cronaca contingente. La stordente calura estiva e il profilarsi sullo sfondo del serpentone del Corviale sono le coordinate di un dolore esistenziale profondo, come una gabbia dalla quale sembra impossibile uscire. Lo scenario è dunque più letterario che documentaristico, l'azione è quasi sempre lasciata fuori campo e prevale l'incapacità di esprimersi e di comunicare. Una radiografia acuta, disperata, commossa per un film che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, proponendosi però in modo più proficuo per occasioni mirate, dove sia possibile affrontare i temi descritti con maggiore attenzione, con contributo di riflessioni, interventi, opinioni varie.

Le altre valutazioni

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