Orig.: Francia (2002) - Sogg. e scenegg.: Brian De Palma - Fotogr.(Panoramica/a colori): Thierry Arbogast - Mus.: Ryuichi Sakamoto - Montagg.: Bill Pankov - Dur.: 112' - Produz.: Tarak Ben Ammar e Marina Gefter.
Interpreti e ruoli
Rebecca Romijn-Stamos (Laura/Lily), Antonio Banderas (Nicolas Bardo), Peter Coyote (Watts), Eric Ebouaney (Black Tie), Edouard Montoute (Racine), Rie Rassmussen (Veronica), Thierry Fremont (Serra), Gregg Henry (Shiff), Eva Darlan (Irma), Jean Marie Frin (Louis)
Soggetto
Durante il festival di Cannes 2001, mentre é in corso la proiezione del film "Est-Ovest" di Regis Wargnier, Laure Ash mette in atto il piano congegnato con due complici per rubare un gioiello di inestimabile valore. Mentre una leggerezza incastra i due uomini e uno viene arrestato, Laure scappa con la refurtiva. Per strada due anziani coniugi la scambiano per la figlia Lily, da poco scomparsa, e la portano a casa. Qui, rimasta sola, Laure vede di nascosto il suicidio di Lily, e subito decide di approfittare della situazione: prende il passaporto della ragazza e parte per l'America. Sull'aereo incontra il ricco uomo d'affari Bruce Watts. I due si sposano, e lei torna in Francia, a Parigi, per seguire il marito nominato ambasciatore degli Stati Uniti. Sono passati sette anni. Mentre, scontata la pena, i due complici tornano insieme, notano il viso di Laure su una copertina e si mettono a cercarla per vendicarsi, il fotografo Bardo riesce a fare alcuni scatti alla misteriosa consorte dell'ambasciatore. Bruce si dice disposto a pagare per quelle foto, ma Laure ha un nuovo piano: fa finta di essere finita ostaggio di Bardo per strappare al marito un congruo riscatto e poi fuggire da sola. Tutto va per il meglio fino a quando, incassati i soldi, arrivano i due complici che brutalmente prendono Laure e la gettano nella Senna. Destinata a morire affogata, Laure invece all'improvviso si risveglia nella vasca da bagno della casa iniziale: tutto è stato un sogno. E ancora la scena sognata si ripete, e Laure pensa a come cambiare ancora la propria vita.
Valutazione Pastorale
Brian De Palma è un raffinato contaminatore di generi e un sofisticato manipolatore di immagini. Avendo come punto di partenza la convinzione che il cinema è voyuerismo, ossia possibilità di 'guardare' piuttosto che creare uno sguardo, De Palma crea occhi diversi, traiettorie che si incrociano, punti di vista che si accavallano. Una stessa storia può essere guardata da prospettive diverse, creando reazioni incrociare e opposte. Quando una storia "c'é", il gioco ha un senso e può riuscire, quando manca, il gioco arranca, si avvita su se stesso, mostra il fiato grosso. Qui siamo nel secondo caso, perchè la vicenda di Laure naviga alla meno peggio tra artifici narrativi presi un po' dagli anni '70 un po' dalle nuove tecnologie, senza mai far scattare una vera motivazione. Atmosfere, mistero, il fotografo che violenta la realtà, il cinema che si sdoppia nella fotografia, il cinema nel cinema al cinema (il festival di Cannes, 'luogo' del cinema): su tutto la sensualità, naturalmente, della protagonista, di certo femme fatale, eroina noir ma destinata a vagare senza meta nel prevedibile andirivieni passato-presente, sogno-reltaà. Dietro la forma, insomma, niente o quasi. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come inaccettabile, e scabroso. UTILIZZAZIONE: il film é da escludere sia dalla programmazione ordinaria sia da altre forme di utilizzazione.