Figli

Valutazione
Consigliabile, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Donna, Famiglia - genitori figli, Lavoro, Matrimonio - coppia, Politica-Società
Genere
Commedia
Regia
Giuseppe Bonito
Durata
97'
Anno di uscita
2020
Nazionalità
Italia
Distribuzione
Vision Distribution
Soggetto e Sceneggiatura
Mattia Torre
Fotografia
Roberto Forza
Musiche
Giuliano Taviani, Carmelo Travia
Produzione
Lorenzo Cangarossa, Mario Gianani, Lorenzo Meli

Interpreti e ruoli

Paola Cortellesi (Sara), Valerio Mastandrea (Nicola), Stefano Fresi (L'amico giornalista), Valerio Aprea (Il padre separato), Paolo Calabresi (Il padre con molti figli), Andrea Sartoretti (Il padre miliardario), Massimo De Lorenzo (Il cliente), Gianfelice Imparato (Il prete)

Soggetto

Nicola e Sara sono una coppia innamorata e felice. Sposati da tempo hanno una figlia di sei anni e una vita serena. Tutto cambia quando arriva il secondo figlio….

Valutazione Pastorale

“Figli”, diretto da Giuseppe Bonito (“Pulce non c’è”, 2012), sarebbe dovuto essere il terzo film di Mattia Torre (“Boris. Il Film” del 2011 e “Ogni maledetto Natale” del 2014), il regista, però, è morto nel luglio del 2019, vinto dalla malattia che aveva raccontato nella serie Tv Rai “La linea verticale”(2018), ispirata al suo omonimo romanzo. Torre ne ha scritto comunque la sceneggiatura, partendo dal suo monologo “I figli invecchiano”, recitato da Valerio Mastandrea nel talk show “E poi c’è Cattelan” su Sky Uno. I quarantenni Nicola e Sara – efficacemente interpretati dai sempre bravi Valerio Mastandrea e Paola Cortellesi – sono sposati da tempo e hanno una figlia di sei anni, Anna; sono felici e la vita familiare scorre senza intoppi. Le cose cambiano quando nasce Pietro, il secondogenito, e i due non riescono più a gestire la quotidianità. Emergono nuovi e vecchi rancori, anche nei confronti delle famiglie di origine, sulle quali si rendono improvvisamente e amaramente conto di non poter contare. Gli amici, poi, sono nella loro stessa situazione (se non peggiore). L’unica salvezza sembra essere una babysitter, ma la ricerca è ardua e trovarne una che faccia al caso loro sembra impossibile. Le insoddisfazioni crescono e ogni minimo disaccordo, ogni imprevisto, anche piccolo, sfocia in una lite che porta la coppia sull’orlo del disastro. Il film procede a “capitoli”, accuratamente scelti, montati e “intitolati” da un’abile e sicura regia, in un crescendo rossiniano di risate (per il pubblico) e di problemi (per i due protagonisti), con un’alternanza sapiente di situazioni comiche e momenti di riflessione; fino alla svolta finale, rappresentata da una frase che la “pediatra guru” (Daria Deflorian) dice loro: le cose possono cambiare solo se impariamo ad accettarle. Accettare quello che ci accade, avere cura di noi stessi, delle persone che amiamo e del nostro Paese. Pittoresco, ironico, agrodolce e autentico ritratto della nostra società, il film è da valutare dal punto di vista pastorale come brillante, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni per riflettere su temi quali la famiglia e le difficoltà che incontra, così come la coppia e i modelli genitoriali proposti dalla società.

Le altre valutazioni

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