FIORILE

Valutazione
Complesso, Discutibile, Adatto per dibattiti
Tematica
Genere
Drammatico
Regia
Paolo Taviani
Durata
123'
Anno di uscita
1993
Nazionalità
Italia
Distribuzione
Penta Distribuzione
Soggetto e Sceneggiatura
Sandro Petraglia, Paolo Taviani, Vittorio Taviani Paolo Taviani, Vittorio Taviani
Musiche
Nicola Piovani
Montaggio
Roberto Perpignani

Sogg.: Paolo Taviani, Vittorio Taviani - Scenegg.: Sandro Petraglia, Paolo Taviani, Vittorio Taviani - Fotogr.: (panoramica/a colori) Giuseppe Lanci - Mus.: Nicola Piovani - Montagg.: Roberto Perpignani - Dur.: 123' - Co-Produz.: Film Tre, Gierre Film, Roma; Florida Movies, Sept Cinema, Paris; Roxy Film, K.S. Film, Munchen

Interpreti e ruoli

Claudio Bigagli (Corrado/Alessandro), Galatea Ranzi (Elisabetta/Elisa), Michael Vartan (Jean/Massimo), Lino Capolicchio (Luigi Benedetti), Athina Cenci (Gina), Costanze Engelbrecht (Jiuliette), Chiara Caselli (Chiara), Renato Carpentieri, Norma Martelli, Pier Paolo Capponi, Giovanni Guidelli

Soggetto

Proveniente da Parigi, Luigi Benedetti, con la moglie francese e i loro bambini, Emilio e Simona, giunge in auto di notte in Toscana, per ricongiungersi con il suo anziano padre Massimo, che non vede da 10 anni e che ha appena superato una grave crisi cardiaca. Poiché i bambini chiedono al babbo perché hanno sentito qualcuno affermare che nella zona i Benedetti vengono chiamati Maledetti, Luigi racconta loro l'antica storia familiare, che ha inizio 200 anni prima, quando le truppe francesi giungono in Toscana, nel mese di Fiorile (ottavo del calendario rivoluzionario). Un reggimento sosta allora nel piccolo paese, in cui vive Duilio Benedetti con la sua povera famiglia, e Corrado, suo figlio, ruba la cassa piena di monete d'oro, affidata al giovane soldato Jean, il quale sta facendo l'amore fra gli alberi con Elisabetta, la bella sorella del ladro. Sapendo che il cassiere sarà fucilato il mattino dopo, se nessuno riporterà il bottino, Duilio vorrebbe restituire quell'oro maledetto, ma la moglie e il figlio lo convincono a tacere, mentre Elisabetta è incosciente per un'altissima febbre. Così Jean viene fucilato, dopo aver lasciato un'appassionata lettera alla ragazza, che egli chiama Fiorile, e che in seguito muore di parto, dando alla luce il figlio di quel breve amore. Dopo 100 anni, Alessandro, Renzo ed Elisa, i tre giovani fratelli Benedetti, ricchissimi proprietari di tutta la zona, stanno per trasferirsi a Roma, essendo Alessandro prossimo ad essere eletto deputato. Egli dà perciò una sontuosa festa nella villa medicea, in cui vive con Renzo, malaticcio e un pò scemo, e con la bella Elisa, che ama, riamata, Elio, povero figlio di contadini, col quale riesce ad avere il primo rapporto amoroso proprio la notte della festa. Ma Alessandro, segretamente, allontana il giovane il mattino dopo, costringendo la madre, che vuol raggiungere il marito in America, a portarlo con sé, insieme agli altri figli, e in cambio paga il viaggio per tutti. Elisa, incinta, credendosi tradita da Elio, accetta di abortire, a Volterra, ma mentre i tre Benedetti vi si recano, apprende da Renzo di essere stata ingannata solo dai congiunti, e sente il bimbo muoversi dentro di sé, perciò uccide i fratelli, facendo loro mangiare nel bosco dei funghi velenosi, e tiene il bambino, sperando inutilmente di riunirsi all'amante. Suo figlio, erede dell'enorme patrimonio, pensa solo a divertirsi, ma il figlio di lui, Massimo, bello e sensibile, è così ossessionato dal pensiero di quell'oro maledetto, che spesso gli si blocca la parola ed egli crede di vedere lo spettro di Jean. Nel 1944, Massimo deve interrompere la discussione della tesi di laurea per un allarme aereo, e mentre va al rifugio con, l'amata Chiara che egli chiama Fiorile, questa gli dà una pistola, spingendolo ad entrare nella resistenza. Preso in una retata dai fascisti, non è però fucilato, come gli altri prigionieri, perché è un Benedetti, anche se lui non lo ha rilevato. Dopo una lunga assenza, Massimo ricompare dopo la fine della guerra, cominciando a disfarsi del patrimonio, in modo tale da finire al manicomio. Quando ne esce va ad abitare nella casa di "Fiorile", vivendo dei frutti della terra, e manda suo figlio Luigi in Francia, per sottrarlo alla maledizione di famiglia. Emilio e Simona turbati dalla storia ascoltata, trovato in soffitta il manichino con la divisa di Jean, lo fanno a pezzi, per cercare qualche moneta d'oro, poi si nascondono l'uno sopra l'altro, dentro l'azzurro mantello, spaventando il nonno, che muore per l'emozione. Partendo con la famiglia, Luigi afferma che non tornerà in quella casa, che i figli da grandi potranno vendere.

Valutazione Pastorale

Basato sul contrasto fra avidità d'oro (o di potere) e amore sincero, questo film dei fratelli Taviani, narrato con grande eleganza formale, fra splendidi scenari naturali, racconta una vicenda melodrammatica, che abbraccia 200 anni di storia di una famiglia toscana, passata dalla povertà alla grande ricchezza con un furto, che costa la vita ad un innocente, e macchiata, dopo 100 anni, da un doppio fratricidio, compiuto per vendetta da una giovane donna tradita. Nella terza parte, che si svolge nel 1944, la maledizione della ricchezza impedisce al giovane Massimo Benedetti di partecipare alla lotta di liberazione, e gli salva la vita, contro la sua stessa volontà, procurandogli un profondo complesso di colpa. Dall'inizio, più leggero e fiabesco, il film diventa ovvio e predicatorio nell'episodio di Massimo, e risulta nell'insieme discontinuo e frammentario, perché si perde in troppe vicende con tanti personaggi. Alcune coincidenze, come quelle tragiche maternità, contribuiscono a rendere il lavoro poco convincente. La regia ha dei bei momenti, ma nel complesso non avvince lo spettatore, e gli attori non appaiono tutti efficaci nei loro ruoli. I migliori sono Galatea Ranzi (Elisa) e Renato Carpentieri (il nonno Massimo).

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