FOX TROT – LA DANZA DEL DESTINO

Valutazione
Complesso, Problematico, dibattiti
Tematica
Famiglia - genitori figli, Metafore del nostro tempo, Morte, Politica-Società, Storia
Genere
Drammatico
Regia
Samuel Maoz
Durata
113'
Anno di uscita
2018
Nazionalità
Francia, Germania, Israele, Svizzera
Titolo Originale
Fox Trot
Distribuzione
Academy Two
Musiche
Ophir Leibovitch, Amit Poznansky
Montaggio
Arik Lahav Leibovitz, Guy Nemesh

Orig.: Israele/Germania/Francia/Svizzera (2017) - Sogg. e scenegg.: Samuel Maoz - Fotogr.(Scope/a col.): Giora Bejach - Mus.: Ophir Leibovitch, Amit Poznansky - Montagg.: Arik Lahav Leibovitz, Guy Nemesh - Dur.: 113' - Produz.: Michael Weber, Viola Fugen, Eitan Mansuri, Cedomir Kolar, Marc Baschet, Michel Merkt - 74^ EDIZIONE MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA 2017: LEONE D'ARGENTO GRAN PREMIO DELLA GIURIA, PREMIO ARCA CINEMA GIOVANI, MENZIONE SPECIALE PREMIO SIGNIS.

Interpreti e ruoli

Lior Ashkenazi (Michael Feldman), Sarah Adler (Daphna Feldman), Yonathan Shiray (Jonathan), Gefen Barkai (comandante unità militare), Dekel Adin (soldato che fa rotolare le lattine), Shau Amir (soldato con cuffie), Itay Exlroad (soldato che balla), Yehuda Almagor (Avigdor), Shira Hass (fratello di Michael), Shira Haas (Alma), Karin Ugowski . (mare di Michael)

Soggetto

Michael Feldmann riceve all'improvviso la notizia che il figlio Jonathan è rimato ucciso durante una esercitazione sul luogo dove prestava servizio militare...

Valutazione Pastorale

Spiega il regista: "Einstein diceva che le coincidenze sono il modo che Dio usa quando vuole restare anonimo. 'Foxtrot' è la danza di un uomo con il suo destino. E' una parabola filosofica che analizza il concetto misterioso di fato attraverso la storia di un padre e di un figlio che sono fisicamente lontani ma che nonostante la distanza e la separazione riusciranno a cambiare l'uno il destino dell'altro e di conseguenza i destini di entrambi. La sfida per me è stata affrontare il divario tra le cose che possiamo controllare e quelle che sfuggono al nostro controllo". La necessità di riportare questa apparentemente lunga citazione si era palesata già all'indomani della proiezione del film in concorso alla 74^ edizione della Mostra del Cinema di Venezia 2017. Il titolo risultava infatti divagante e spiazzante, al punto da far porre la domanda sul perché del collegamento tra il soggetto narrato e la citazione del ballo anni '30. E' come se la storia avesse due inizi, o un incipit che torna due volte: nel momento in cui i soldati tornano alla casa di Michael per informarlo che si sono sbagliati, che il figlio è vivo ma non può essere visto, tutto viene rimesso in discussione, la ragione vacilla e l'equilibrio mentale perde colpi. Da lì parte una situazione di smarrimento e di perdita di coscienza, verità e menzogna si confondono, i protagonisti faticano a restare sereni. Maoz, va detto,è regista la cui vita procede di pari passo con i suoi film. Soldato in guerra nell'equipaggio di un carro armato, ha messo a frutto questa esperienza in "Lebanon", la sua opera prima, Leone d'oro a Venezia 2009. Ora al secondo titolo, lascia ancora il segno in quest'opera insieme potente ed enigmatica, drammatica come un dolore nascosto, tesa come un thriller. A Venezia la Giuria cattolica internazionale SIGNIS ha ritenuto di premiarlo con una Menzione perché - si dice- "Foxtrot ci porta in un viaggio inaspettato di dolore, seguendo la perdita del figlio adulto di una famiglia. Quanto della nostra sofferenza è da attribuire alla nostra pura volontà e quanto invece è già prestabilito? Un onesto film di natura psicologica che parla anche della guerra e delle ferite della famiglia". Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

UTILIZZAZIONE: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in molte occasioni come avvio ad una riflessione da arricchire con ulteriori contributi sui temi sopra evidenziati della guerra, della paura, della perdita di equilibrio interiore.

Le altre valutazioni

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