FRANNY

Valutazione
Consigliabile, problematico
Tematica
Amicizia, Malattia
Genere
Drammatico
Regia
Andrew Renzi
Durata
90'
Anno di uscita
2015
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
Franny
Distribuzione
Lucky Red
Musiche
Danny Bensi, Saunder Jurrians
Montaggio
Dean Marcial Matthew Rundell

Orig.: Stati Uniti (2015) - Sogg. e scenegg.: Andrewv Renzi - Fotogr.(Scope/a colori): Joe Anderson - Mus.: Danny Bensi, Saunder Jurrians - Montagg.: Dean Marcial Matthew Rundell - Dur.: 90' - Produz.: Kevin Turen, Jason Michael Berman, Jay Schuminsky, Thomas B. Fore.

Interpreti e ruoli

Richard Gere (Franny), Dakota Fanning (Olivia), Theo James (Luke), Dylan Baker (Bobby), Cheryl Hines (Mia)

Soggetto

Franny è un uomo ricco che ha trovato nella beneficienza una buona ragione di vita. Dopo tanti anni ritrova Olivia, figlia dei suoi più cari amici, ora sposata e in procinto di diventare madre. Il marito di Olivia è medico e Franny lo fa assumere nell'ospedale di cui è proprietario...

Valutazione Pastorale

Bisogna aggiungere alla trama quello che il film rivela in vari frammenti di flashback: i genitori di Olivia sono morti in un incidente di macchina, di cui lui ha forse grande responsabilità. E così il racconto finisce. Perché in seguito, mentre si aspetta qualche evoluzione narrativa, tutto resta inesorabilmente fermo, bloccato sullo sguardo attonito e furente del protagonista, impegnato solo a convincerci di essere un uomo solo e malato, in preda a rimorsi e sensi di colpa. Franny cede a nervosismi e isterismi, esplode e poi chiede scusa, mette in campo il potere dei soldi e subito cerca di farsi perdonare. Non si dice niente di lui, della sua vita, dei suoi desideri. Il copione annulla quasi ogni dialettica drammaturgica, preferendo oscillare tra incertezze, falsità, pentimenti. Resta senza motivazione l'atteggiamento di totale autoesclusione del protagonista dalla normalità della vita quotidiana. In sostanza, chi è Franny? Un americano qualunque, o il sogno di quello che ogni americano vorrebbe essere? Di certo Richard Gere si affida ad un personaggio di irritante banalità e di imprevedibile piattezza. Per scavare nelle psicologie del quale, bisogna addentrarsi in un trattato di sociologia americana e concedere l'esistenza di alcuni nodi esistenziali a prima vista non molto identificabile. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile e problematico per ciò che dice con qualche interrogativo di troppo.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni come ritratto confuso ma forse emblematico di un'America confusa e poco lucida nelle decisioni da prendere.

Le altre valutazioni

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