GLI ASTRONOMI

Valutazione
Discutibile, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Scienza, Tematiche religiose
Genere
Drammatico
Regia
Diego Ronsisvalle
Durata
95'
Anno di uscita
2003
Nazionalità
Italia
Distribuzione
Pasquino distribuzione
Musiche
Marcus jr.
Montaggio
Cecilia Pagliarani

Orig.: Italia (2002) - Sogg. e scenegg.: Diego e Vanni Ronsisvalle dal romanzo omonimo di Vanni Ronsisvalle - Fotogr.(Panoramica/a colori): Maurizio Calvesi - Mus.: Marcus jr. - Montagg.: Cecilia Pagliarani - Dur.: 95' - Produz.: Anna Maria Giordano, Diego Ronsisvalle.

Interpreti e ruoli

Paolo Bonacelli (prof.Peters), Marisa Fabbri (can. Stupendo), Nicola Di Pinto (Barbadigallo), Antonio Conti (Smeraldo), Romano Malaspina (Wittelsberg), Laura Betti (la pavoncella)

Soggetto

L'11 aprile 1843 due scienziati nordeuropei, il danese Peters e il tedesco Wittelsberg, arrivano in Sicilia con il compito di realizzare una meridiana (orologio solare)all'interno della cattedrale di Acireale. Il canonico Stupendo, che aspira a diventare vescovo, sovrintende ai lavori, seguendo da vicino i movimenti dei due incaricati. Se dopo pochi giorni Wittelsberg decide di rinunciare (e in seguito muore su una nave al largo di Capri), Peters va avanti, arrivando al punto in cui il tragitto segnato della meridiana deve passare sopra un sepolcro. Qui i lavori si fermano, Stupendo dice che é necessario cambiare. Una notte Peters e alcuni complici tolgono il sepolcro, vi si inoltrano e arrivano fino alla cripta di tale Eliseo Camplone, un medico che due secoli prima aveva avviato studi per spiegare l'origine delle difformità, indagando anche su accoppiamenti tra parenti e altre situazioni sconosciute. Irretito da una serie di fatti quasi tutti inspiegabili, Peters dice che non vuole trattenersi più a lungo. Alla fine di maggio 1843 la meridiana portata a termine viene inaugurata nella cattedrale piena di fedeli. Peters é tornato in Danimarca. Tempo dopo, passeggiando tra i colori sbiaditi della propria terra, é assalito da dubbi: "...e se avessero avuto ragione loro a tutelare dallo scandalo le anime semplici?...".

Valutazione Pastorale

Come già in occasione de "Il Consiglio d'Egitto" (di Emidio Greco, da Sciascia; cfr.), anche qui si torna a parlare del rapporto tra scienza e fede: spostato in avanti di circa un secolo lo svolgimento dei fatti, resta uguale l'ambientazione geografica, ossia quella Sicilia, luogo primario di contraddizioni, tra una religione vista ora come maestra di vita e ispiratrice di valori ora come freno a certi sviluppi della società civile. Purchè non si parta da posizioni pregiudiziali o da tesi precostituite, il dibattito é, naturalmente di grande interesse. Sembra di poter dire che in questo caso il regista, qui all'opera prima e ispirandosi ad un romanzo scritto dal padre, abbia trovato una linea narrativa sufficientemente equilibrata e misurata. Il rigore luterano del danese Peters si trova a dover fare i conti con una cultura che mette in campo misteri e inquietudine quotidiana. Costruite come una sintesi di varie suggestioni, le figure ecclesiastiche della storia escono dal realismo per marcare la differenza vera tra i due 'contendenti': l'individualismo di Peters non trova spazio di fronte al rapporto che si instaura tra il canonico Stupendo e il popolo. Un canonico ambizioso, che vive su di se il dramma di essere figlio del popolo e destinato a veicolare la religione al popolo stesso. Avidità e vanità, ragione e spirito, i limiti della ricerca scientifica, il dubbio: molti spunti di riflessione in un film non del tutto risolto ma curioso e insolito (nel ruolo del canonico c'é la grande attrice di teatro Marisa Fabbri) che, dal punto di vista pastorale, é da valutare come discutibile, certamente problematico e adatto a dibattiti.

Utilizzazione

più che in programmazione ordinaria, il film si segnala per proiezioni mirate (anche in ambito didattico, scuole medie superiori) sui temi sopra elencati nel rapporto cinema/storia, cinema/religione, cinema /scienza.

Le altre valutazioni

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