GORBACIOF

Valutazione
Consigliabile, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Carcere, Male, Metafore del nostro tempo
Genere
Drammatico
Regia
Stefano Incerti
Durata
80'
Anno di uscita
2010
Nazionalità
Italia
Distribuzione
Lucky Red Distribuzione
Musiche
Teho Teardo
Montaggio
Marco Spoletini

Orig.: Italia (2010) - Sogg. e scenegg.: Diego De Silva, Stefano Incerti - Fotogr.(Panoramica/a colori): Pasquale Mari - Mus.: Teho Teardo - Montagg.: Marco Spoletini - Dur.: 80' - Produz.: Luciano Martino, Edwige Fenech, Massimo Vigliar, Angelo Curti, Sergio Pelone in collaborazione con RAI Cinema.

Interpreti e ruoli

Toni Servillo (Gorbaciof), Mi Yang (Lila), Geppy Gleijeses. (l'avvocato), Gaetano Bruno (l'arabo), Hal Yamanouchi (padre di Lila), Agostino Chiummarello (direttore della fabbrica), Nello Mascia (Vanacore), Antonio Buonomo (direttore del supermarket rapinato), Francesco Paglino (rapinatore), Salvatore Striano (rapinatore), Salvatore Ruocco (guardia del carcere malmenata)

Soggetto

A Napoli, oggi. Marino Pacileo, detto Gorbaciof a causa di una vistosa voglia sulla fronte, é il contabile del carcere di Poggioreale. Uomo schivo e silenzioso, ha una sola passione: il gioco d'azzardo. Le partite si svolgono nel retrobottega di un ristorante cinese. Quando scopre che il padre di Lila, la giovane figlia del proprietario della quale é innamorato, non può coprire la somma appena persa, Pacileo sottrae i soldi alla cassa del carcere e li dà alla ragazza. Da quel momento entra in una spirale dalla quale diventa sempre più difficile uscire.

Valutazione Pastorale

Gorbaciof é uno di quei personaggi che restano a lungo nella memoria. Non parla quasi mai, scontroso, rude, un po' misantropo, affronta ogni giorno una marginalità densa e compatta, il peso di doversi rivolgere agli altri quando vorrebbe non aver bisogno di nessuno. "E' il racconto - dice Incerti- di una solitudine metropolitana che si innalza a piccolo apologo, racconto morale e comunque il più possibile metaforico". Il percorso del protagonista é seguito con affetto e distacco. L'affetto è per un predestinato, per il quale la fuga verso una vita pulita e la voglia di riscatto non potrà realizzarsi. Il distacco é quello del regista, che evita la trappola della facile commozione o di una certa retorica sulla malavita a vantaggio di un film secco e asciutto, affidato alle espressioni più che alle parole e alla mimica straniata di Toni Servillo. Appena 80': una cronaca bruciante e poetica, un ritratto sofferto che non si dimentica. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film é da utilizzare in programmazione ordinaria e in seguito in molte occasioni, come proposta di un prodotto italiano insolito e coinvolgente. Attenzione é da tenere per minori e piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di DVD e altri supporti tecnici.

Le altre valutazioni

Sfoglia l'archivo
Ricerca Film - SerieTv
Ricerca Film - SerieTV