GUIDA PER RICONOSCERE I TUOI SANTI

Valutazione
crudezze, Discutibile, dibattiti
Tematica
Adolescenza, Amicizia, Famiglia, Povertà-Emarginazione
Genere
Drammatico
Regia
Dito Montiel
Durata
98'
Anno di uscita
2007
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
A Guide to Recognizing Your Saints
Distribuzione
Mikado Film
Musiche
Jonathan Elias
Montaggio
Christopher Tellefsen, Jake Pushinsky

Orig.: Stati Uniti (2006) - Sogg. e scenegg.: Dito Montiel dal proprio romanzo "A Guide to Recognizing Your Saints") - Fotogr.(Normale/a colori): Eric Gautier - Mus.: Jonathan Elias - Montagg.: Christopher Tellefsen, Jake Pushinsky - Dur.: 98' - Produz.: Trudie Styler, Travis Swords, Charlie Corwin, Clara Markowicz.

Interpreti e ruoli

Robert Downey Jr. (Dito Montiel), Shia Labeouf (Dito giovane), Chazz Palminteri (Monty), Dianne Wiest (Flaurie), Eric Roberts (Antonio), Channing Tatum (Antonio giovane), Rosario Dawson (Laurie), Melonie Diaz (Laurie giovane), Martin Compston (Mike O'Shea), Adam Scarimbolo (Giuseppe), Julia Garro (Diane Honeyman), Eleonore Hendricks . (Jenny)

Soggetto

Astoria, quartiere dei Queens, nella New York degli anni Settanta. Qui cresce il giovane Dito, facendo lavoretti per vari gangster, litigando con il padre, avendo un rapporto altalenante con un gruppo di amici suoi coetanei. Qualcuno si uccide, altri crescono nella violenza, le ragazze stanno con loro ma parlare di amore e sentimenti risulta oltremodo difficile. Da grande Dito se ne è andato in California, é diventato uno scrittore di successo. Ora torna a casa, chiamato dalla madre, perché il padre sta per morire e non vuole farsi ricoverare. Dito rivede i luoghi dell'adolescenza ma non sa come comportarsi. Finisce nel nulla l'incontro con Laurie, per la quale aveva sentito qualcosa in passato, e risulta inutile rivedere l'anziano genitore, con il quale non è possibile appianare le vecchie ruggini. E allora Dito va in carcere a trovare Antonio, uno dei suoi vecchi amici. E così finisce il ritorno a casa.

Valutazione Pastorale

Dito Montiel ha scritto il libro omonimo come una autobiografia ma per il film, dice, "Mi sono preso delle enormi libertà. Il personaggio di Mike O'Shea é in realtà un mix tra uno dei fratelli minori di Antonio e un tizio di nome Mike O'Shea che oggi vive in Inghilterra e sarè sorpreso quando scoprirà che nel film muore. Racconto una storia e la verità é nelle emozioni dei personaggi (...)". Se l'affresco va preso come realistico nell'impianto visivo ma romanzato nei contenuti, allora più di una perplessità é legittima. Siamo infatti alle solite con un copione che toglie il tappo e dà la stura ad un diluvio di turpiloquio ripetuto senza freno e alla fine più noioso che fastidioso. Le stesse situazioni conflittuali genitori/figli, quelle dei ragazzi tra loro, il duro scontro tra i sogni e la vita quotidiana sono comprensibili, e quasi tangibili, ma non di rado coperte dalla ripetitività di concetti, domande, frasi fatte. Così il dubbbio sul rapporto percentuale tra verità (come dice l'autore) e qualche compiacimento verbale resta e va messo nel conto. Fermo restando che ben si capisce la messa in scena del disagio, delle condizioni sociali, della difficoltà di crescere. Quindi il film, dal punto di vista pastorale, é da valutare come discutibile, affidato a molte crudezze, e tuttavia non privo di interesse per dibattiti. UTILIZZAZIONE: più che nella programmazione ordinaria, il film si indirizza per occasioni mirate, così da coglierne meglio le possibilità problematiche accanto ai passaggi meno sorvegliati. Molta attenzione é da tenere per i più piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.

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