HOFFA – SANTO O MAFIOSO? **

Valutazione
Discutibile, Realistico
Tematica
Mafia
Genere
Drammatico
Regia
Danny De Vito
Durata
143'
Anno di uscita
1993
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
HOFFA
Distribuzione
Penta Distribuzione
Soggetto e Sceneggiatura
David Mamet
Musiche
David Newman
Montaggio
Lynzee Klingman, Ronald Roose

Sogg. e Scenegg.: David Mamet - Fotogr.: (scope/a colori) Stephen M. Burum - Mus.: David Newman - Montagg.: Lynzee Klingman, Ronald Roose - Dur.: 143' - Produz.: Edward R. Pressman, Danny De Vito, Caldecot Chubb

Interpreti e ruoli

Jack Nicholson (James Riddle Hoffa), Danny De Vito (Bobby Ciaro), Armand Assante (Carol D'Alessandro), J. T. Walsh (Fitzsimmons), Robert Prosky (Billy Flynn), Kevin Anderson (Robert Kennedy), John P.Ryan (Red Bennet), Natalia Nogulich, Nicolas Pryor, Paul Guilfoyle, Frank Whaley, John C. Reilly Angela Block

Soggetto

nel parcheggio di un ristorante di Detroit, due uomini aspettano l'arrivo di un terzo, che è in notevole ritardo: uno è James Riddle Hoffa, ex leader del sindacato camionisti, graziato da Nixon e desiderioso di riprendere il timone della puù potente lobby sindacale degli Stati Uniti, e l'altro è Bobby Ciaro, un camionista italo-americano che Hoffa ha avvicinato nei lontani tempi delle prime lotte sindacali e che non lo ha mai abbandonato. I ricordi dei due ritmano con continui flash-back la lunga attesa, ridando alle prime lotte con i padroni sfruttatori da un lato e dall'altro con la riluttanza dei lavoratori ad associarsi ed a scioperare per acquistare forza contrattuale. Hoffa è uomo determinato, dal linguaggio crudo, e la sua opera di convinzione a poco a poco coagula un nucleo attorno al quale si agglomera il futuro sindacato. Ciò avviene con contrasti a volte violenti, con azioni di stampo terroristico, come quella di incendiare una fabbrica dove il crumiraggio domina, e dove perde la vita per le ustioni Billy Flynn, amico di Hoffa. Epica la battaglia contro i crumiri e personaggi pagati legati al padronato ed alla mafia, con decine di morti. Avviene quindi l'incontro con il potente boss mafioso Carol D'Alessandro, detto "Dally", con il quale Hoffa sigla un accordo segreto, dando l'avvio ad una collusione che durerà a lungo, sarà oggetto di un celebre processo in cui il leader sindacale si scontrerà aspramente con Robert Kennedy. Tramite D'Alessandro e una società finanziaria, Hoffa investe i soldi degli iscritti in attività illecite, riversando però gli utili nelle casse sindacali. Il suo potere cresce di giorno in giorno, e si può permettere di zittire un giornalista che vuole incastrarlo inviandogli un pacchetto, o di insultare Robert Kennedy e fratello. Niente sembra fermare Hoffa, che viene eletto presidente dell'Alleanza Internazionale dei Camionisti. Questi ultimi, ormai cittadini della middle-class, con assistenza medica e pensionistica grazie ad Hoffa, lo idolatrano, e quando in seguito al processo sui fondi illeciti, ed al "tradimento" di uno dei suoi uomini di fiducia, Hoffa va in carcere col fido Bobby, una lunga, doppia fila di camion gli fa ala verso il penitenziario. Grazie all'appoggio del sindacato all'elezione di Nixon, Hoffa viene liberato, dopo 5 anni di galera, ma le cose sono cambiate: D'Alessandro non è più ben disposto verso di lui e Fitzsimmons, che lo ha sostituito sembra condurre un doppio gioco. E' per questo che Hoffa e Bobby aspettano da ore il boss che non si vede, per studiare una strategia per riconquistare il trono perduto. Nel frattempo, Bobby ha fatto amicizia con un giovane camionista, appiedato per mancanza di un ricambio, ed alla fine glielo procura con una telefonata. Sollecitando l'amor proprio di Bobby, e la sua amicizia con Hoffa, il giovane porta un caffé a quest'ultimo nell'automobile ma, rivelandosi come un sicario, lo uccide, assassinando poi anche Bobby accorso in suo aiuto.

Valutazione Pastorale

ricostruzione tra biografia e fiction il film si mantiene volutamente in una posizione ambigua, quasi a voler sottolineare la polivalenza di fondo della realtà sociale americana: fin dall'inizio, dai primi reclutamenti ai primi scontri, contrattuali e fisici, e dalle allusioni si è indotti a pensare che Hoffa non avrebbe potuto risolvere i problemi dei camionisti in altro modo. Senza i metodi violenti, le minacce, e soprattutto senza l'alleanza con la mafia, sembra insinuare il soggettista, i padroni avrebbero continuato a vessare i lavoratori con condizioni oltraggiose per la dignità, e senza il riciclaggio del denaro sporco l'assistenza pensionistica non sarebbe stata possibile. Tesi alquanto ambigua, che se potrebbe da un lato essere vista come una denuncia di un male endemico della società americana, dall'altro lascia spazio a machiavellismi che una società sana dovrebbe rifiutare per principio. Il limite del film è in definitiva proprio questo: di non definire con sufficiente chiarezza il punto di vista dell'autore della biografia sul protagonista, oltre al fatto, in sé discutibile trattandosi di personaggi recenti e documentati, di variare la ricostruzione biografica con più di un elemento romanzato che, invece di accrescere lo spessore del personaggio, lo alona di un che di fumettistico, coadiuvato anche da un trucco ed una recitazione di Nicholson molto teatrali e non del tutto convincenti.

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