HOTEL DAJTI – Una storia al di là del mare

Valutazione
Accettabile, semplice
Tematica
Famiglia - genitori figli, Povertà-Emarginazione, Storia
Genere
Drammatico
Regia
Carmine Fornari
Durata
90'
Anno di uscita
2002
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
/////
Distribuzione
Filmo
Musiche
Elvira e Giovanni Lo Cascio
Montaggio
Carmine Fornari

Orig.: Italia (2001) - Sogg. e scenegg.: Carmine Fornari - Fotogr.(Panoramica/a colori): Felice De Maria - Mus.: Elvira e Giovanni Lo Cascio - Montagg.: Carmine Fornari - Dur.: 90' - Produz.: Andrea de Liberato, Antonio Fusco per Caviar Produzioni.

Interpreti e ruoli

Francesco Giuffrida (Pinuccio), Flavio Bucci (Andrea Inghirami/mago D'Aquino anziano), Michele Venitucci (Andrea Inghirami/mago D'Aquino giovane), Sarah Baumann (Sara giovane), Piera Degli Esposti (Sara anziana), Michele Melega, Diego Verdegiglio, Dario D'Ambrosio.

Soggetto

A Roma, nel 1938, il giovane illusionista Andrea, ricercato dalla polizia, scappa e accetta una scrittura al Grand Hotel Dajti di Tirana. Qui conosce la coetanea albanese Sara, la sposa e fa spettacoli con lei. Nel 1944, rintracciato dalle forze dell'ordine, cerca di nuovo di scappare verso l'Italia. Sale sulla nave con il figlio piccolo Emir, mentre Sara, rimasta indietro, viene colpita e scompare in mare. Poco dopo essere sbarcato in Italia, anche il figlio muore di malattia, e Andrea si mette a fare il mago di paese. Quarant'anni dopo a casa di Andrea arriva un ragazzo,Pinuccio, e gli dice che Sara è ancora viva. Pinuccio, figlio di nessuno e manovale per la criminalità tra le due sponde dell'Adriatico, riesce a far tornare Andrea in Albania. Qui incontrano Victor, l'ex proprietario dell'Hotel Dajti, il quale li fa arrivare fino alla casa di Sara. Andrea ritrova la moglie gravemente malata a letto. Le parla, poi le presenta Pinuccio, chiamandolo Emir. Quindi le chiede: "Sei pronta?". Ed eccoli, in flash-back, in uno dei loro magici spettacoli con i quali, da giovani, incantavano il pubblico.

Valutazione Pastorale

"Il film nasce dal desiderio di ritrovare ed esplorare quella rete di fili sottili che, tra ricordi ed emozioni, ha sempre unito la gente del mediterraneo. A volte questi fili sottili si sono rotti o sono stati dimenticati, qualche volta é capitato che qualcuno o il caso abbia fatto in modo di riallacciare quello che si pensava perso per sempre. Quando questo accade, le emozioni, i ricordi e le storie riprendono ad esistere, inconsapevoli". Così dice Carmine Fornari, autore del copione e della regia. Le buone intenzioni si verificano nel tono di affettuosa sincerità con cui il regista segue i protagonisti, nella misura con cui inserisce storie di fantasia in cornici anche realistiche, offrendo spunti per ricostruire il frastagliato capitolo dei rapporti tra Italia e Albania. Ma per il resto la storia resta come bloccata dalla difficoltà di uscire dai limiti di un bozzettismo fin troppo elementare, che diventa curioso naif nei momenti migliori e facile stereotipo in quelli meno riusciti. Nell'insieme, dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come accettabile, e senz'altro semplice. UTILIZZAZIONE: più che in programmazione ordinaria, il film è da utilizzare in occasioni mirate, soprattutto nell'ottica, come si accennava, di un approfondimento della storia dei rapporti tra Italia e Albania.

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