I BAMBINI SANNO

Valutazione
Consigliabile, superficialità
Tematica
Adolescenza, Bambini, Famiglia - fratelli sorelle, Famiglia - genitori figli, Omosessualità, Politica-Società
Genere
Documentario
Regia
Walter Veltroni
Durata
114'
Anno di uscita
2015
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
/////
Distribuzione
Bim Distribuzione
Musiche
Danilo Rea
Montaggio
Gabriele Gallo

Orig.: Italia (2015) - Sogg. e scenegg.: Walter Veltroni - Fotogr.: Davide Manca - Mus.: Danilo Rea - Montagg.: Gabriele Gallo - Dur.: 114' - Produz.: Produzione SKY realizzata da Mario Gianani e Lorenzo Mieli per Wildside in collaborazione con Carlo Degli Esposti per Palomar.

Soggetto

39 bambini tra i 9 e i 13 anni. Ognuno viene intervistato nella propria stanza. La telecamera, che documenta in presa diretta le loro testimonianze, diventa il mezzo per guardare il mondo con gli occhi dei più piccoli, per toccare molto da vicino pensieri, sensazioni, attese, desideri, speranze. Quella che emerge è una confessione a cuore aperto sul presente e sul futuro dell'Italia, un tipo di approccio alla vita secondo quello che si agita nella mente e nel cuore della futura generazione di italiani.

Valutazione Pastorale

All'inizio c'è una frase tratta da Saint Exupery: "I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stufano di spiegargli tutto ogni volta". Detta la prima volta, fa un certo effetto, più avanti ne emerge quella certa banalità che riassume il fiato corto dell'operazione. Lo scorso anno (2014), per il suo film d'esordio ('opera prima' sembra troppo generoso), Walter Veltroni aveva diretto "Quando c'era Berlinguer" e certo si trattava di una materia con la quale per vari motivi aveva maggiore confidenza: conoscenza diretta del protagonista e di altri personaggi coinvolti; possibilità di usare vecchi spezzoni d'archivio, interviste d'epoca, in parallelo e sul fronte contemporaneo incontri con giovani per i quali il nome appariva quasi sconosciuto. Insomma un lavoro utile di ricostruzione di una fetta importante della memoria storica e politica dell'Italia recente. Il salto fatto ora obbliga a scendere su un terreno delicato, difficile, scivoloso. I bambini si vedono rovesciare addosso domande alle quali non si capisce come possano rispondere nei tempi minimi indotti dalla telecamera. "Cosa serve nella vita per essere felici?" è una di queste, oltre ad altre opinioni sollecitate su temi quali amore, famiglia, religione, sessualità. Non è possibile naturalmente dubitare circa l'autenticità delle risposte ma è forse lecito avanzare qualche perplessità sull'opportunità o meno di sollecitare pensieri in bambini con un equilibrio ancora in via di formazione e non ancora in grado di difendersi e controbattere. Ne emerge la sensazione di un confronto sperequato e sbilanciato, nel quale l'adulto mette in campo la propria inevitabile 'superiorità' e i bambini sono costretti a subire richieste incalzanti di spiegazioni su argomenti che non possono ancora conoscere bene. L'intervistatore ci mette solo un algido contenitore di richieste di spiegazioni, senza mai aiutare, andare incontro, cercare di essere portatore di gioia, leggerezza, comprensione. Si chiude dopo quasi due ore monotematiche, senza il ricordo di qualche passaggio commovente e anzi con la sensazione di un prodotto artificioso, fuori centro, un po' accomodante. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile per lo stimolo che propone al dialogo con i bambini in una dimensione anche educational e didattica, ma insieme non esente da una costante superficialità.

Utilizzazione

Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria come punto di partenza per arricchire l'argomento con ulteriori e importanti contributi.

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