I PASSEGGERI

Valutazione
Ambiguità, Discutibile, dibattiti
Tematica
Amicizia, Lavoro, Omosessualità, Politica-Società, Solidarietà-Amore
Genere
Drammatico
Regia
Jean-Claude Guiguet
Durata
92'
Anno di uscita
2000
Nazionalità
Francia
Titolo Originale
Les passagers
Distribuzione
Mikado Film
Musiche
selezione di brani di musica classica
Montaggio
Khadicha Bariha, Marie Tisserand

Orig.: Francia (1999) - Sogg. e scenegg.: Jean-Claude Guiguet - Fotogr.(Panoramica/a colori): Philippe Buttiglione - Mus.: selezione di brani di musica classica - Montagg.: Khadicha Bariha, Marie Tisserand - Dur.: 92' - Produz.: Frederic Bourboulon, Christian Tison.

Interpreti e ruoli

Fabienne Babe (donna narrante), Philippe Garziano, Bruno Putzulu, Stephane Rideau, Gwenaelle Simon, Jean-Christophe Bouvet, Marie Rousseau, Veronique Silver

Soggetto

Periferia di Parigi. Sul treno che va da Saint Denis a Bobigny tanti passeggeri si ritrovano ogni giorno, quasi non si guardano e non si riconoscono. Una signora matura, anch'essa sulla vettura, parlando verso l'obiettivo, riflette sul fatto che ognuno di essi ha una storia che meriterebbe di essere conosciuta. Ed eccone alcune. Un ragazzo porta fiori sulla tomba dell'amico morto di AIDS e ricorda il periodo di quando andava a trovarlo in ospedale. Un giovane osserva i piedi delle ragazze: é in cerca del piede migliore di una ragazza da sposare, ma poi sposa una con i baffi. Una ragazza va al funerale di una signora anziana che abitava nello stesso condominio: é sola, nessuno si é ricordato della vecchietta. Un uomo viene avvicinato da un altro quando scende dal treno, e poi vanno a casa insieme. Un ragazzo e una ragazza vanno ad un concerto di Bach, e poi si recano a casa di lui. Anna, una giovane, ha paura di instaurare rapporti troppo seri, e dice a se stessa che preferisce restare sola. Finiti i racconti, la signora narrante incontra la figlia Christiane, che è andata via di casa. Poi la signora riprende il viaggio, e augura buona notte.

Valutazione Pastorale

Le periferie, le folle anonime, la vita di ognuno e quella di tutti che si intersecano continuamente. Prendendo a pretesto il treno urbano come luogo metafora ora dell'incontro deciso dal caso ora dell'annullamento delle personalità, il film diventa un piccolo affresco-denuncia sull'isolamento dal mondo che prende tante persone inconsapevoli. Il quadro sembrerebbe chiuso nel pessimismo: uomini e donne vagano senza motivazioni, non spuntano appigli, non si vedono punti di salvataggio, i rapporto consumati in fretta lasciano ancora più delusi. Certo il film si muove sul filo di un materialismo incombente, che non prevede ricerche più profonde. Eppure l'orizzonte non sembra del tutto buio. Dal racconto emergono con acutezza dolore, dispiacere, disagio: e già il volerli comunicare ce li fa sentire in qualche modo più veri. Non c'è dubbio che la storia si muove tra momenti più o meno risolti ( i rapporti omosessuali per niente esaltati) ma lasciando alla fine la fotografia di un' umanità dolente che aspetta una parola di conforto. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come discutibile, da sottolineare le ambiguità narrative, da consigliare per dibattiti. UTILIZZAZIONE: più che in programmazione ordinaria, il film si indirizza ad un pubblico maturo e motivato per affrontare i temi della solitudine dell'uomo e della donna contemporanei.

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