IL COMPAGNO AMERICANO

Valutazione
Inconsistente, velleitario
Tematica
Cinema nel cinema, Storia
Genere
Commedia
Regia
Barbara Am Barni
Durata
100'
Anno di uscita
2003
Nazionalità
Titolo Originale
/////
Musiche
Paolo Rustichelli
Montaggio
Adriano Tagliavia

Orig.: Italia (2002) - Sogg. e scenegg.: Barbara Am Barni - Fotogr.(Panoramica/a colori): Ennio Guarnieri - Mus.: Paolo Rustichelli - Montagg.: Adriano Tagliavia - Dur.: 100' - Produz.: Enzo Gallo per Metropolis Film.

Interpreti e ruoli

Hugh O'Connor (Muffa), Giulio Base (Camillo), Nancy Brilli (Liliane), Tosca d'Aquino (Zina), Franco Diogene (Orazio), Elisabetta Rocchetti (Juliette), Adriana Russo (Wanda), Beatrice Palme

Soggetto

Giugno 1940. Dalla Francia il centro esteri comunista invia clandestinamente in Italia uno sprovveduto emissario, tale Muffa: con sè porta il pezzo di ricambio della lynotipe necessario alla stampa del materiale antifascista, ma il suo arrivo deve servire come esca per fare entrare in Italia anche un compagno proveniente da Mosca. Per una serie di disguidi, Muffa finisce a Cinecittà sul set di un film in lavorazione diretto dal maestro Camillo Mainardi. Scambiato per l'uomo del colore mandato dagli stabilimenti americani della Technicolor, Muffa, che parla pochissimo, finisce per diventare il responsabile delle sorti del film. Entrato in confidenza con tutta la troupe, e corteggiato ora dai produttori ora da tecnici, impiegati, artigiani, Muffa condiziona anche il regista. Al punto che Mainardi comincia a far parlare i contadini, li trova veri e autentici e decide di girare un film del tutto diverso. A queste scelte si ribella Liliane, la prima attrice, che poi, solo per caso, accetta un nuovo ruolo. Intanto l'Italia è entrata in guerra e cominciano i razionamenti. Dopo uno scontro in cui la polizia ha disperso un gruppo di operai che si ribellavano sulle note dell'Internazionale, Mainardi ora gira tra la gente sfollata a causa del conflitto. Finalmente un cinema nuovo che potrebbe arrivare alla verità.

Valutazione Pastorale

E' la conferma che al cinema italiano manca un sano e convincente prodotto medio. A poco servono titoli belli e incoraggianti se poi a fronte di quelli se ne situano altri sciatti come questo inutile prodotto realizzato con il contributo del Dipartimento Spettacolo. Si tratta di un film di incredibile approssimazione, sgangherato nelle trama fino all'inverosimile, annacquato nelle ambientazioni, povero e tirato via (per risparmiare?) nella ricostruzione storica, poco e male informato sull'esatto svolgersi degli eventi, risibile nella recitazione, pedestre nel vuoto visivo della regia. La sensazione che prevale è quella di una scarsa professionalità, o di una poca voglia di dedicare qualche minima attenzione alla vicenda che si vuole mettere in immagini. Ogni possibile argomento è malissimo sviluppato: manca il senso critico sui fatti, è assente una minima drammaturgia nella prospettiva storica di quello che stava accadendo. Prevale una noia totale. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come inconsistente, e soprattutto velleitario. UTILIZZAZIONE: se temi e spunti potevano essere interessanti, la modestia della realizzazione li annulla e li nasconde. Da trascurare.

Le altre valutazioni

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