IL CUOCO, IL LADRO, SUA MOGLIE E L’AMANTE

Valutazione
Inaccettabile, negativo
Tematica
Cinema nel cinema, Donna, Gangster, Male, Mass-media, Metafore del nostro tempo
Genere
Grottesco
Regia
Peter Greenaway
Durata
120'
Anno di uscita
1990
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
THE COOK, THE TIEF, HIS WIFE AND HER LOVER
Distribuzione
Penta Classic Distribuzione
Musiche
Michael Nyman
Montaggio
John Wilson

Orig.: Gran Bretagna (1990) - Sogg. e scenegg.: Peter Greenaway - Fotogr.(Scope/a colori): Sacha Vierny - Mus.: Michael Nyman - Montagg.: John Wilson - Dur.: 120' - Produz.: Kees Kasander - VIETATO AI MINORI DI ANNI 14.

Interpreti e ruoli

Richard Bohringer (Richard), Michael Gambon (Albert Spica), Helen Mirren (Georgina), Alan Howard (Michael), Tim Roth (Mitchel), Liz Smith (Grace), Ciaran Hinds (Cory), Gary Olsen, Ewan Stewart.

Soggetto

In un elegante ristorante londinese gestito dall'esperto cuoco francese Richard, ogni giorno si reca a mangiare il bandito Albert Spica con la moglie Georgina e i suoi scagnozzi. L'uomo è un essere volgare e violento che tiranneggia chiunque gli capita a tiro e disprezza tutto e tutti. Le prime vittime sono sua moglie che viene quotidianamente da lui umiliata e percossa in privato ed in pubblico e i suoi uomini che non osano ribellarsi per paura della sua collera. Infatti Albert è capace di compiere qualsiasi azione malvagia pur di vendicarsi e di far valere la propria volontà. Eppure proprio quest'uomo repellente Georgina osa tradire: si infatua di un cliente del locale, Michael, che mangia solo in un angolo assorto nei suoi libri. I due da una semplice attrazione passano ad un amore vero; si amano nei sontuosi bagni del ristorante o nella dispensa dietro la cucina, complice in ciò il cuoco Richard che odia anche lui il perfido Albert. Tutto sembra filare liscio per i due colpevoli: Albert non si accorge di nulla tanto preso com'è ad ingozzarsi, a parlare senza sosta e a maltrattare i suoi subalterni. Senonché la ragazza di Cory, uno dei suoi uomini, fa la spia e rivela ad Albert il tradimento di Georgina. L'uomo quasi impazzisce per la rabbia, lancia una forchetta nella guancia della giovane e si getta alla ricerca dei due fedifraghi. Mette a soqquadro il locale ma per l'abilità di Richard non li trova poiché questi li ha nascosti in un furgone di carne avariata e li ha fatti portare in un magazzino di libri. Raccomanda loro di non muoversi e provvede a mandargli le provviste tramite un giovane sguattero del ristorante. Albert però non si arrende: segue il ragazzetto e lo cattura. Lo picchia e lo tortura selvaggiamente per farsi dire il nascondiglio dei due; ma il coraggioso resiste, ed allora il malvivente lo ferisce in modo grave all'addome. Si salverà solo perché viene portato in ospedale. Per Michael però è la fine: Albert lo fa uccidere in modo atroce e quando Georgina lo scopre quasi esce fuori di senno per il dolore. Ma freddamente medita un'orrenda vendetta per suo marito. Convince, non senza fatica, Richard a cucinare Michael ed offrirlo ad Albert. Giunto il gran giorno alla presenza di tutti coloro che hanno subito soprusi da Albert, l'uomo viene costretto da Georgina che gli punta una pistola ad assaggiare la carne del suo amante dopodiché lo uccide senza alcuna esitazione.

Valutazione Pastorale

E' un film decisamente e totalmente sconcertante che ha però una coerenza formale eccezionale: i riferimenti alla pittura fiamminga e la scenografia con colori, luci ed ombre sono impeccabili ed accuratissimi e denotano nel regista un'intelligenza ed una capacità non comuni. Da sottolineare il gioco riuscitissimo dei contrasti improvvisi di luci nei diversi ambienti (spazio esterno al locale, cucine, sale da pranzo, bagni) e dei costumi che cambiano secondo la loro localizzazione. Il rosso della sala brilla di una sua bellezza quasi demoniaca: tutto è portato all'eccesso in modo vistoso e plateale in un affresco a forti tinte. Anche la musica che all'inizio è splendida man mano che la vicenda si avvia verso la sua fine diventa devastante, ossessiva e quasi assordante. Nonostante gli indubbi meriti artistici, l'insistenza su certe situazioni, su certi dialoghi, su certi atteggiamenti scabrosi e sgradevoli suscita un acuto senso di disgusto e di nausea. Tutto è esasperato e le varie sequenze si susseguono le une alle altre in un crescendo delirante: è un film strabocchevole di paradossi, è un rutilante affresco di orrori che probabilmente vuole alludere alla vita di oggi piena di sesso, crudeltà, sadismo, volgarità, prepotenza, sopraffazione, vizio, bramosia e violenza. Una società in cui gli uomini sono in perenne lotta fra loro e si colpiscono senza risparmio di colpi e senza scrupolo alcuno. È significativa e forse l'unica con un po' di umanità (anche se scabrosa e discutibile) la scena in cui Georgina chiede a Richard di rassicurarla sull'autenticità del suo amore per Michael. Il film rivela un talento notevole del regista che purtroppo però sembra qui morbosamente compiacersi delle nefandezze e delle sgradevolezze dei suoi personaggi (peraltro magistralmente interpretati dagli attori). L'autore in questo film che genera rigetto, dimostra un grande disprezzo e un'assoluta mancanza di riguardo per la dignità umana: tutto è al di fuori degli schemi comunemente accettati: egli poteva dire le stesse cose con meno grevità o in modo meno brutale, soprassedendo su molti particolari macabri, cruenti e del tutto gratuiti.

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