IL DECALOGO 9 – NON DESIDERARE LA DONNA D’ALTRI ***

Valutazione
Complesso, Raccomandabile, Dibattiti
Tematica
Metafore del nostro tempo, Psicologia, Sessualità, Tematiche religiose
Genere
Drammatico
Regia
Krzysztof Kieslowski
Durata
60'
Anno di uscita
1990
Nazionalità
Polonia
Titolo Originale
DEKALOG DZIEWIEC
Distribuzione
Mikado Film
Soggetto e Sceneggiatura
Krzysztof Piesiewicz, Krzysztof Kieslowski
Musiche
Zbigniew Preisner
Montaggio
Ewa Smal

Sogg. e Scenegg.: Krzysztof Piesiewicz, Krzysztof Kieslowski - Fotogr.: (normale/a colori) Piotr Sobocinski - Mus.: Zbigniew Preisner - Montagg.: Ewa Smal - Dur.: 60' - Co-Produz.: Telewizja Polska, Warzawa, Sender Freies Berlin, Berlin

Interpreti e ruoli

Ewa Blaszczyk (Hanka), Piotr Machalica (Roman), Artur Barcis

Soggetto

a Varsavia il dottor Roman, dopo aver trascorso molti anni di felice matrimonio con Hanka, si sente diagnosticare da un collega l'impotenza assoluta. Per lui è lo sconforto ma la moglie non sembra particolamente afflitta perchè sostiene che solo i sentimenti contano in un matrimonio. Malgrado abbia piena fiducia in lei, Roman, divenuto geloso, si mette a spiare Hanka finchè scopre che ha come amante Marius, un giovane studente di fisica Dopo una scena squallida ed umiliante per entrambi, Roman, perdona Hanka che promette di non mentirgli più. Riconciliati, pensano all'eventualità di adottare un figlio e decidono che una breve separazione sia salutare. Ma Roman, quando scopre che Marius si è recato nel medesimo luogo in cui Hanka è andata in vacanza, sentendosi nuovamente tradito, tenta il suicidio non sapendo che questa volta la moglie è innocente in quanto è intenzionata a non rivedere più Marius. Tornata precipitosamente a Varsavia la donna ha la fortuna di ritrovare ancora vivo il marito al quale può nuovamente attestare il suo sincero sentimento.

Valutazione Pastorale

con il consueto triangolo, Kieslowski scrive per il Nono Comandamento una pagina di grande vigore e valore, una fra le più dure e belle del Decalogo traducendo il tema in una cifra tutta speciale e, come dire, quasi inedita. Il "Non desiderare la donna d'altri" sta a significare il divieto di ridurre un essere umano, già provato, oltre la disperazione, fino alla frontiera con la Morte. L'impotenza fisica di Roman rende penoso il personaggio, ma la volontà della donna di troncare la relazione adulterina con decisione meditata e in nome di un amore che, malgrado tutto, può e deve durare in una unione profonda e affettuosa, illumina l'episodio di una luce particolare. Cinema di sentimenti, dunque, però creato con durezza di taglio, mai con filamenti lacrimosi: con sguardi e parole spesso non dette e, come in altri episodi, sotto l'impeto assoluto di un fatalismo cupo e denso. Il dolore e la disperazione di Roman sono palpabili, mentre in parallelo aumentano la determinazione e la pena della donna in corsa affannosa verso un letto di ospedale. Tutto nel film appare sul filo dell'equilibrio narrativo e formale, tutto è consegnato ad un dosaggio perfetto, frutto anche di una sceneggiatura esemplare e di dialoghi essenziali. Come al solito, la triste vicenda si dipana in modo quasi diaccio, come se non vi fosse pietà per i due personaggi, ma solo oggettivandone l'angoscia e la disperazione, poste sempre in valore da una fotografia e da luci di ossessiva perfezione. Non si dimentichi, in più, la struggente bellezza delle musiche, che aggiunge vibrazioni cui nessuno può dirsi insensibile. Il film si conclude, comunque, con qualche parola, dettata ad ambedue i personaggi dall'intenso amore di un tempo, forse nella speranza che il figlio adottivo lo rinsaldi. È una scommessa da avanzare, nel tentativo di avere la meglio in un gioco, nel quale il caso e l'equivoco hanno peso sì grande.

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