IL GIOIELLINO

Valutazione
Consigliabile, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Avidità, Denaro, Lavoro, Politica-Società
Genere
Drammatico
Regia
Andrea Molaioli
Durata
110'
Anno di uscita
2011
Nazionalità
Francia, Italia
Distribuzione
Bim Distribuzione
Musiche
Theo Teardo
Montaggio
Giogiò Franchini

Orig.: Italia/Francia (2010) - Sogg. e scenegg.: Ludovica Rampoldi, Gabriele Romagnoli, Andrea Molaioli - Fotogr.(Scope/a colori): Luca Bigazzi - Mus.: Theo Teardo - Montagg.: Giogiò Franchini - Dur.: 110' - Produz.: Indigo Film, Babe Films.

Interpreti e ruoli

Toni Servillo (Ernesto Botta), Remo Girone (Amanzio Rastelli), Sarah Felberbaum (Laura Aliprandi), Lino Guanciale (Filippo Magnaghi), Renato Carpentieri (sen. Crusco), Fausto Maria Sciarappa (Franco Schianchi), Lisa Galantini (Carla), Vanessa Compagnucci . ( segretaria), Maurizio Marchetti (Barbara Magnaghi), Igor Chernevich (Giulio Fontana), Jay O.Sanders (Igor Yashenko), Gianna Paola Scaffidi (mr. Rothman), Adriana De Guilmi (Augusta Rastelli), Alessandro Adriano (signora Rastelli), Roberto Sbaratto (Matteo Rastelli), Alessandro Signetto . (commercialista)

Soggetto

Amanzio Rastelli ha fondato in provincia la Leda, un'azienda agro-alimentare che è andata incontro ad un crescente successo, fino ad essere quotata in Borsa negli anni '90. Propietario di maggioranza, Rastelli si affida quasi in tutto al ragionier Ernesto Botta, che non ama lavorare con altri collaboratori. Tra la fine dei Novanta e l'inizio del Duemila, le sfide poste dai nuovi mercati dell'Est Europa trovano l'azienda impreparata a gestire scenari complessi. Ben presto il gruppo si indebita, e bisogna fare ricorso a alchimie nei bilanci e nei conti. Magnaghi, giovane manager, non resiste alla presione e si toglie la vita. Di li a poco la Guardia di Finanza arriva alla sede della società.

Valutazione Pastorale

Dice il regista: "Ho cercato di dar vita ad una storia che potesse essere in qualche modo paradigmatica di quelle condotte imprenditoriali, spregiudicate e sprezzanti di ogni regola, che si sono affermate e sono state tollerate nel corso degli anni; partendo dal presupposto che dietro gli intricati percorsi della finanza si affacciano uomini non sempre all'altezza dei ruoli che ricoprono (...)". Il riferimento é dunque alla Parmalat e alla tortuosa strada che ha portato al crac della società di Collecchio. Scelta interessante questa fatta da Molaioli per la sua seconda prova dopo il grande successo de "La ragazza del lago" (2007). C'è la cronaca, e soprattutto c'è la Storia italiana, quegli anni recenti cruciali che attraversano il periodo in cui scompaiono i partiti tradizionali e la politica e la società civile devono fare i conti con nuovi scenari. Molaioli in c.s. ha detto che: "Ci siamo mossi nel solco del nostro cinema d'impegno civile, con un occhio soprattutto a "Il caso Mattei" di Francesco Rosi". L'impegno c'è ma il taglio é del tutto diverso, pacato, misurato, affidato ad una finzione che si colloca nel 'vero' ma non lo aggredisce, non lo esamina, non ne fa oggetto di confronto tra potere e morale. Pulita nelle immagini, nello stile, poggiata su una recitazione sobria e controllata, la regia sfida comunque la possibilità di dire cose serie in modo semplice e discorsivo. Alla fine Molaioli offre materia di riflessione senza lanciare grida né fare proclami: e i temi sono grossi, implicano la necessità di una sana gestione dell'economia, oggi decisiva in epoca di globalizzazione, il che significa non solo denaro ma posti di lavoro, benessere, rispetto per persone e famiglie. Film da vedere con attenzione e che, dal punto di vista pastorale, é da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film é da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni per avviare confronti sui molti argomenti di attualità che propone.

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