IL GUSTO DEL SAKE

Valutazione
Problematico, Raccomandabile, dibattiti ***
Tematica
Amicizia, Famiglia, Famiglia - genitori figli, Libertà, Matrimonio - coppia, Storia
Genere
Drammatico
Regia
Ozu Yasujiro
Durata
133'
Anno di uscita
2015
Nazionalità
Giappone
Titolo Originale
Sanma No Aji
Distribuzione
Tucker Film (in Italia da giugno 2015)
Musiche
Saito Kojun
Montaggio
Hamamura Yoshiyasu

Orig.: Giappone (1962) - Sogg. e scenegg.: Noda Kogo, Ozu Yasujiro - Fotogr.(Normale/a colori): Atsuta Yuharu - Mus.: Saito Kojun - Montagg.: Hamamura Yoshiyasu - Dur.: 133' - Produz.: Shochiku.

Interpreti e ruoli

Ryu Chishu (Hirayama Shuhei), Iwashita Shima (Hirayama Michiko), Sata Keiji (Koichi), Okada Mariko (Akiko), Mikami Shinichiro (Kazuo), Yoshida Teruo (Miura Yukata), Maki Noriko (Taguchi Fusako), Nakabura Nobuo (Kawai), Miyake Kuniko (Nobuko), Tono Eijiro . (Sakuma)

Soggetto

A Tokio il signor Hirayama, vedovo, vorrebbe che sua figlia Michiko si sposasse. Lei dice che non ci pensa anche perché il padre e il fratello minore le fanno capire che non saprebbero come cavarsela dentro casa. Intanto Hirayama e i suoi amici organizzano una festa per il loro ex insegnante Sakuma, detto il "Tasso". Costui, ora in pensione, gestisce insieme alla figlia un piccolo ristorante dove però passa molto tempo a bere e ubriacarsi. Hirayama osserva l'esempio di quella figlia, rimasta zitella per sostenere il padre, e si conferma nella necessità di spingere Mishiko al matrimonio.

Valutazione Pastorale

Si tratta di uno dei sei titoli che la Tucher Film distribuisce sugli schermi italiani nelle copie recentemente restaurate e digitalizzate dalla Shochiku, storica major nipponica. E' quasi superfluo sottolineare il valore storico/culturale dell'operazione che permette al pubblico (storici, cinefili, appassionati) di tornare (o cominciare) a prendere contatto con uno dei registi più importanti della storia non solo del cinema giapponese ma, secondo alcuni, del cinema di sempre. Ozu nasce in un sobborgo di Tokyo il 12 dicembre 1903. Muore nello stesso giorno e mese del 1963. Sessant'anni segnati da pochi sussulti, se non un deleterio attaccamento all'alcool, origine del cancro alla gola che lo porterà alla prematura scomparsa. Grande appassionato di cinema americano, Ozu tra il 1927 e il 1962 dirige 54 film, per la maggior parte prodotti dalla Shochiku."Il gusto del sake" è il 54° e ultimo: muore l'anno dopo l'uscita del film, mentre l'anno prima era morta la madre con la quale aveva abitato tutta la vita. Nel titolo originale, il termine 'Sanma' indica un pesce (la costardella) che si mangia a fine estate: da qui deriva il riferimento stagionale ben presente nel titolo internazionale "An Autumn Afternoon". A posteriori, sapendo che è l'ultimo, se ne può approfittare per evidenziare i temi prediletti e il modo di svolgerli: lo scorrere del tempo, l'eterno ritorno delle stagioni, le (in)certezze sui ruoli all'interno della famiglia. Il tutto sullo sfondo di un Paese chiamato a fatiche snervanti per rialzarsi dalle ferite della guerra perduta, dai traumi di una vitalità spesso soffocata e repressa. Al bar, dove si beve e si ascoltano canzoni patriottiche della Marina, la domanda arriva secca: "Cosa sarebbe successo se il Giappone avesse vinto la guerra?". La risposta non c'è, e nemmeno quella sul matrimonio di Michiko arriva. La quale però si sposa ugualmente, lascia la casa paterna, e un padre silenzioso incapace di ipotizzare il futuro. Sembrano problemi esistenziali rimbalzati da tanto cinema in varie parti del mondo. La differenza è nello sguardo: la tensione e l'ironia che permeano l'obiettivo del regista si riversano su una geometria dell'immagine gelida, amara, di irresistibile intensità evocativa. Posizionando l'obiettivo su prospettive finora inedite (spesso a metà schermo), Ozu spinge all'estremo i confini delle proprie capacità contemplative, lancia sulla purezza dell'inquadratura la sfida dell'opacità dell'esistenza, chiama a raccolta nitore e chiarezza del fotogramma per riscrivere ogni palpito del rapporto realtà/finzione. La soave armonia degli interni affronta scosse di inattesi fremiti ogni volte che la m.d.p. torna fuori, nelle stradine, nelle luci, nei neon dei locali che disegnano lo scheletro del Giappone anni '60, insieme a quegli uffici dai quali si intravedono fabbriche e ciminiere a segnare la lenta rinascita del colosso giapponese. Insomma un coacervo di emozioni così intenso da far gridare allo stupore e da far dire che non è forse sbagliato vedere questo, che è l'ultimo, per primo. E poi risalire indietro a centellinare il pentagramma di riflessioni che il cinema di Ozu è in grado di regalare. Dal punto di vista pastorale, il film per la capacità di entrare nel cuore di ogni personaggio e metterne a nudo l'anima, è da valutare come raccomandabile, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in occasioni mirate come proposta di alto livello filmico e narrativo. Lezione di cinema, di storia, di vita.

Le altre valutazioni

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